Aree commerciali, la Comunità non decide: tutto da rifare

di Massimo Dalledonne

Tutto da rifare per il piano stralcio della politica per gli insediamenti commerciali della Comunità Valsugana e Tesino. È durata, infatti, pochi minuti l'assemblea di mercoledì sera. Numeri risicati, fin dall'inizio. Solo 30 consiglieri in sala. Con Giorgio Zuppel che , prima dell'appello, ha consegnato al presidente Sandro Dandrea un documento. «Ne chiediamo l'inserimento come primo punto all'ordine del giorno. In passato lo avete fatto anche voi, su temi meno importanti e non ci siamo mai opposti».

Una nota per chiedere a Dandrea di rassegnare le dimissioni, quale atto di protesta nei confronti della politica provinciale in merito al depotenziamento dell'ospedale di Borgo. Richiesta firmata dallo stesso Zuppel, da Roberto Paccher della Lega Nord, Lorenzo Rigo di Aria Nuova e Bruno Donati della Civica Valsugana e Tesino.
Nessun problema ad accettare l'inserimento del documento all'ordine del giorno. «Ma vi chiedo di spostarne la discussione tra le varie ed eventuali - ha ribadito Sandro Dandrea - così da portare avanti i lavori assembleari e poi dedicarci a quanto da voi richiesto». Ma le minoranze hanno insistito. Sia Paccher che Zuppel hanno sottolineato l'importanza della questione. «Noi siamo sempre stati collaborativi, ora tocca a voi esserlo».

L'aula però, a maggioranza, ha deciso di prevedere la discussione alla fine dei lavori. Da qui la decisione dei 6 consiglieri di minoranza (oltre a Paccher e Zuppel anche Paolo Costa, Lorenzo Rigo, Lucia Baldi e Ezio Tessaro) di uscire chiedendo la verifica del numero legale. «Rientreremo - ha ribadito Paccher - solo per discutere la nostra richiesta di dimissioni del presidente». Allo stesso Dandrea ed alla maggioranza non è rimasto che prendere atto della presenza di 24 consiglieri e dichiarare chiusa la seduta per mancanza del numero legale. «Dispiace per quanto accaduto, soprattutto perché la prima adozione del piano era prevista entro la fine dell'anno. A questo punto - sottolinea Dandrea - ritorneremo in aula a gennaio».

Una lettera, quella presentata dalle minoranze, spedita per conoscenza anche al presidente della Provincia e al Commissario del Governo. «In questi anni la Comunità si è attivata ripetutamente per mantenere i servizi sanitari sul territorio - si legge - votando anche diversi documenti assembleari contro il depotenziamento del San Lorenzo. Sono state raccolte oltre 14 mila firme, ma le scelte strategiche della Provincia hanno ignorato tutte le richieste depotenziando i servizi presso l'ospedale, in palese violazione del protocollo siglato nel 2006. Tutto questo nonostante il consiglio provinciale, nel 2010, abbia votato una mozione in cui riconosce che la Valsugana merita una compensazione rispetto ai danni subiti, in riferimento alle gravi vicende ambientali che l'hanno interessata».

Da qui la scelta di mettere in campo questa forma estrema di protesta «visto che la Comunità non è riuscita - si legge nella nota - ad assumere alcun peso politico su un aspetto così vitale per il territorio».

I quattro capigruppo chiedevano a Dandrea di rassegnare le dimissioni. E i consiglieri di minoranza erano pronti a far seguire immediatamente anche le loro. Ma così non è stato. Tutto è saltato. Niente piano stralcio del commercio e nessun dimissionario. Se ne riparlerà nel 2015.

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