Ultimi passi verso la conclusione del Museo del Vino Santo

 L’opera è in dirittura d’arrivo, il tempo dell’attesa può dirsi quasi terminato.
Nel senso che il comune di Vallelaghi, cantierizzata l’area a luglio, dà ora impulso al progetto esecutivo di allestimento e sistemazione degli spazi sottostanti Piazzetta del Mercato (vi giacciono gli avvolti comunali, luogo simbolo di una Padergnone intrisa della ruralità d’altri tempi) che un tempo funsero da appassitoio. Il benestare all’intervento della loro riqualificazione e restauro conservativo per ricavarne un «Museo caveau del Vino Santo» risale allo scorso inverno, fase dell’iter procedurale ai fini del finanziamento a valere sulla Misura 19 del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 nell’ambito del Progetto Leader derubricato «Recupero e valorizzazione delle testimonianze storico culturali». 
In tal modo un gruzzolo di 113.876 euro è stato riversato nelle casse di palazzo pretorio avendo il Gruppo di azione locale (organo preposto all’attuazione della Strategia di sviluppo locale) ritenuto l’operazione immobiliare ammissibile a finanziamento. Il tutto, a lavori edili ultimati entro la fine di questo mese, si aggirerà sui 240 mila euro comprendenti il nuovo lifting, la sistemazione e l’allestimento interno, vale a dire la fornitura e posa in opera di arredi e attrezzature museali (pannelli didascalici inclusi espositori informativi, totem, strumentazione multimediale) per 42 mila euro aggiuntivi ad altrettanti necessari alla predisposizione di un percorso culturale multimediale ovvero quanto permetta al visitatore di vivere appieno l’esperienza museale propriamente detta.
L’aggiudicazione dell’appalto, previo confronto concorrenziale a cottimo fiduciario tra dodici imprese invitate (sette delle quali appartenenti al tessuto imprenditoriale della Valle dei Laghi) era stata decretata secondo il criterio del massimo ribasso sull’importo base dei lavori fissato in 80 mila euro a base di gara. A spuntarla è stata la Cristofolini Eligio Snc per complessivi 71 mila euro.
Nelle prossime settimane toccherà all’allestimento di quello che si appresta a divenire un museo dedicato al «passito dei passiti», importante tassello di un «percorso di esperienza e conoscenza indoor e outdoor tra vigneti e cantine», stando agli intenti dei tecnici all’opera. 
Insomma, nella terra storicamente vocata all’autoctona Nosiola - sopravissuta alla ricostituzione viticola post filosserica - si scommette sull’apertura di uno spazio di un centinaio di metri quadrati in cui il visitatore possa addentrarsi nella mitologia e nella tradizione di un capolavoro di pregio enologico degnamente fregiato del riconoscimento Presidio Slow Food come il Vino Santo. Quest’ultimo potrà contare a breve su una «casa» tutta sua, nel mezzo di un territorio dove non esiste casato che non conosca aneddoti e vicissitudini del frutto di Bacco, tramandati orgogliosamente di padre in figlio.

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