Comai, il sogno americano

Oltre Atlantico per dare gambe a un sogno, talmente grande da traboccare dal cassetto. Alessandro Comai ha lasciato l’Italia con in tasca il sogno di esercitare la professione del parrucchiere in America.

Inseguiva una nuova sfida, più elettrizzante delle precedenti, come quella di entrare nell’elite della Grande Mela e mettersi ulteriormente alla prova. Lui che oggi le forbici le usa a menadito sa cosa significa farsi le ossa già da quando adolescente, nel garage di casa, era solito fare l’acconciatura agli amici.

Dal dilettevole all’utile – inteso pure in senso economico, com’è logico che sia - il passo è stato assai immediato eppure tutt’altro che scontato. Gli anni di formazione a Trento sono trascorsi intensi: nozionismo alternato a pratica sul campo, in varie località valle prima che nel capoluogo.

E poi, per l’orgoglio dei genitori Paolo e Lucia, l’avventura professionale per dieci anni nella città della Madonnina tra parrucchieri esclusivi e clienti esigenti in fatto di taglio e make up lavorando fianco a fianco del fratello Emanuele, simpaticamente soprannominati «Comai Brothers».

E forse quell’anglicismo è stato un segno del destino: volare a New York per esprimere il meglio di sé. «Avevo imparato la manualità diventando anche economicamente autonomo», confida sereno e orgoglioso il trentatreenne di Vigo Cavedine oggi stimato come uno dei più valenti «hair stylist» del distretto di Manhattan.

È una sfida mettersi alla prova nella città forse più competitiva al mondo. E ha trovato quel che cercava, Alessandro: una realtà coinvolgente infarcita di occasioni da cogliere all’istante e dove sapersi districare volendo competere sul mercato. Quasi come in una grande stazione solcata da treni ad alta velocità dove occorre dimostrare che si è in grado di salire su quello che si attende più d’ogni altro, anche se sfreccia all’impazzata.

Alessandro è riuscito a saltare sulla carrozza che ambiva: dal 2015 è occupato stabilmente presso «Ion Studio», rinomato salone nel cuore della city costellata di grattacieli simbolo della prosperità economica, aperta 24 ore al giorno, assurda e meravigliosa al tempo stesso.

L’audace professionista racconterà in pubblico della sua vita e delle esperienze maturate lontano da casa, al di qua e al di là dell’oceano, giovedì 15 marzo alle 20.30 presso la casa sociale della natia Vigo Cavedine laddove batte forte il suo cuore. «Un giorno - scandisce con tono perentorio - tornerò in Trentino» E allora, senza rimpianto per un biglietto di andata e ritorno, potrà davvero dire di essere tra quelli che ce l’hanno fatta con le proprie gambe, nonostante tutto e tutti.

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