Famiglie al centro del futuro

Non una festa delle famiglie bensì, di fatto, una festa alle famiglie. Dedicata a tutte quelle che ogni giorno si prodigano per mandare avanti la società anche grazie ai loro sacrifici più reconditi quand’anche riescono a intessere relazioni umane positive, coltivare rapporti gratificanti di amicizia e promuovere l’etica autentica dell’ospitalità, mai attuale come di questi tempi.

Perché “accogliere vuol dire mettere in comune quel pezzo unico e irripetibile di umanità che è ciascuno. Vuol dire rendere migliore la nostra vita mentre rendiamo migliore la vita degli altri”. Questo il messaggio chiave della “Festa delle famiglie” rinnovata quest’anno a Lasino nel tardo pomeriggio di domenica scorsa, giorno di sipario calante sulla terza edizione della Settimana dell’accoglienza promossa su scala regionale. Perché, non ci si stanca di ripetere, “una comunità è tale se ci aiuta a comprendere la comune umanità che lega gli esseri umani” e dunque “tutti abbiamo bisogno di essere accolti”, detto nel preambolo al confronto da un Umberto Schettino in qualità di responsabile di area della promotrice Murialdo chiamata a fare gli onori di casa.

“Comunità dove tutte le barriere fisiche e mentali devono venire meno”, la replica di Massimo Travaglia, membro del comitato esecutivo, intervenuto presso il Centro per le famiglie della Valle dei Laghi a nome dell’ente intermedio di fronte a mezzo centinaio di cittadini e di alcuni esponenti del locale mondo istituzionale a partire dal primo cittadino di Madruzzo. Evento nato da una comunione di intenti fra la triade di sindaci della valle, il Servizio sociale assistenziale territoriale rappresentato dalla responsabile Nicoletta Deavi, la Caritas decanale con il coordinatore Italo Poli e la stessa Murialdo del Trentino Alto Adige nella cui mission figura la cultura dell’accoglienza, della condivisione e del volontariato. Tutti loro hanno accolto l’invito di quest’ultima ad aderire ad “Una domenica al centro” condividendo “esperienze e testimonianze che generano comunità” nel volgere di un significativo momento di conoscenza tra “chi accoglie e chi è accolto” in una Valle dei Laghi non estranea al contributo apportato al processo di integrazione tra immigrati (8% della popolazione) e autoctoni nel quadro di un crescente e legittimato incremento dell’eterogeneità sociale complessiva.

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