Valdastico, anche Bolzano dice «No» Votata in consiglio mozione anti Pirubi

di Chiara Zomer

Da Bolzano già era arrivata la voce, netta, del presidente Arno Kompatscher, che in aula si era recentemente espresso contro ogni ipotesi di Valsastico. Ieri, questa contrarietà ha assunto il peso, anche istituzionale, del voto: dopo due giorni di discussione il consiglio provinciale di Bolzano ha approvato la mozione proposta dai Verdi, contro la realizzazione della Pirubi. E non è una questione di tracciato o di dubbi tecnici. È proprio un no all’opera: la Valdastico aprirebbe un altro corridoio per il traffico leggero e pesante dal nord est. Significherebbe più traffico. Da qui il voto alla mozione, che impegna infatti la giunta altoatesina «a intensificare il confronto con la Provincia di Trento, al fine di convincere la giunta provinciale del Trentino a desistere dal progetto del prolungamento della A31 fino ad allacciarla alla A22». Per il presidente Maurizio Fugatti forse non sarà una sorpresa, ma certo è un’ulteriore - e pesante - voce critica sull’opera cara al Carroccio, a pochi giorni dall’accoglienza freddina riservata allo studio provinciale dai sindaci lagarini. Il confronto di martedì scorso con gli amministratori di Ala, Rovereto, Vallarsa, Terragnolo e Trambileno, in cui la Provincia ha ipotizzato un tracciato con uscita leggermente più a sud, nel territorio di Serravalle, per preservare la sorgente di Spino, ha generato perplessità nel mondo politico, ma anche allarme nella società civile.
Su questo fronte si registra, assolutamente inedita, l’iniziativa dei volontari Sat. L’altra sera a Rovereto si sono riuniti i direttivi delle sezioni lagarine, con tre obiettivi: raccogliere più informazioni sul progetto, avviare un’opera di informazione della popolazione rispetto ai possibili tracciati e stilare un documento da presentare alla Sat centrale, per chiedere ai vertici provinciali di alzare la voce nei confronti di un’opera che inizia a fare paura.
L’iniziativa non ha precedenti. Ma l’idea che tutte le sezioni insieme cerchino di avere una posizione comune dà il senso di quanto preoccupi la questione Valdastico al mondo del volontariato ambientale.
A prendere l’iniziativa è stata la Sat di Besenello. Da quelle parti sono in trincea da anni, ormai. Adesso hanno pensato che sia arrivato il momento di chiamare tutti all’unità. Un appello a cui hanno risposto in tanti: una quarantina, tra presidenti e dirigenti, si è trovata mercoledì sera in sede Sat a Rovereto. «Alcuni di loro non conoscevano il problema nei dettagli - spiega, chiamato in causa, il presidente Enzo Postinghel - d’altronde finora l’unico progetto esistente era quello che prevedeva l’uscita a Besenello. Noi abbiamo invitato il sindaco Cristian Comperini e la vicesindaco Roberta Rosi, che conoscono il tema dal punto di vista tecnico».
Ora si cercherà di trovare la convergenza su un documento da inviare alla Sat centrale, per chiedere un intervento ai massimi vertici. «Però serve tempo per prepararlo bene - spiega Postinghel - adesso la cosa importante è informare».
Il tempo serve a scegliere bene le parole: l’ultima cosa che si vuole, nel mondo satino, è generare polemiche o strappi. Semplicemente, quel che le sezioni lagarine credono importante, è dare un’indicazione rispettosa dei valori storici dell’associazione: ambiente, montagna, paesaggio.
Non è un fronte del no a tutti i costi. Ma quello nato ieri è comunque un fronte. Perché il mondo del volontariato l’ha già capito: uniti si conta di più. E quindi l’obiettivo è avere una voce unica, da Borghetto ai Murazzi.


«Con la Valdastico si devasta la valle»

Lo scrosciare del Leno, in fondo alla valle di Terragnolo, raggiunge anche la frazione più lontana. «Laggiù - spiega il giovane assessore al turismo Marco Schönsberg , indicando il piccolo abitato di San Nicolò - partirà il percorso ciclo-pedonale che risalirà il torrente fino alla Sega, dove dovrebbe sorgere il nuovo casello autostradale della Valdastico». Ha soli 29 anni, ma le idee ben chiare: «Siamo fermamente convinti che un casello nella parte alta della valle non possa essere considerata un'opera compensativa a fronte dell'impatto devastante che avrà un'arteria di tale portata. La Valdastico non potrebbe mai essere calata in una valle chiusa e così stretta, con versanti scoscesi e grossi problemi idrogeologici, senza avere ripercussioni di carattere ambientale. Sarebbe insostenibile anche la sola cantierizzazione di viadotti e caselli, figurarsi l'intera opera: lo spazio non c'è. Quindi prima di calare opere in un territorio che non si conosce, con un'orografia così particolare, sarebbe opportuno venire a rendersi conto di persona della realtà dei nostri luoghi e immaginare quale impatto ambientale possa comportare tale opera».
All'entrata del piccolo Comune, composto da 33 frazioni e poco più di 700 abitanti, un grande cartellone, con una nuova veste grafica, recita: «Terragnolo, l'incanto di un paesaggio da riscoprire».
Saliamo in macchina con lui. «È quattro anni che stiamo puntando tutto, risorse ed energie, su un turismo sostenibile. E i risultati cominciano a dare i frutti sperati: fino a qualche anno fa in pochi sapevano dove fosse Terragnolo, ora sentieri e montagne sono percorsi da biker, escursionisti e famiglie in cerca di tranquillità, paesaggi unici e natura incontaminata». E questo, spiega Schönsberg, grazie ad un progetto, non solo politico ma di comunità, che sta trovando risposte sempre più incoraggianti. «In tanti stanno riscoprendo la valle, che ha delle potenzialità uniche. Dal Masetto alla Borcola, dall'antica segheria veneziana al sentiero dele Teragnole, passando per i siti della Grande Guerra: abbiamo investito tutti gli sforzi possibili per promuovere una forma di turismo lento, a misura di famiglia, e valorizzare le unicità del nostro territorio». Dall'alto dell'antica chiesetta di Santa Maria Maddalena, sopra la frazione di Puechem, ci elenca alcuni progetti messi in campo: si va dal nuovo percorso ciclopedonale sul Leno al ripristino della rete sentieristica, dal festival europeo del paesaggio terrazzato «Sassi e non solo» al recupero della coltivazione del grano saraceno, sostenuto anche da Slow Food, dal marchio di promozione turistica «Pasubio. Crescendo di emozioni», ideato assieme agli altri quattro Comuni della zona, alla nascita di «Tcc», la cooperativa di comunità che, coinvolgendo abitanti e associazioni, sta portando avanti una serie di servizi, anche molto innovativi. Come la consegna del pane agli anziani con un'auto elettrica, iniziativa che ha avuto risonanza nazionale. Ma tra le novità c'è anche un progetto di ospitalità diffusa che permetterà di dare nuova vita a seconde case e spazi inutilizzati. «Di pari passo, stiamo cercando di mantenere servizi e creare nuove opportunità per le famiglie che hanno deciso di vivere qui. Un'opera del genere, che a Terragnolo non porterebbe nulla di buono, - precisa Schönsberg tornando sul caso Valdastico - distruggerebbe tutto questo e non farebbe altro che far scappare chi è rimasto».


IL COMUNICATO 

Nelle scorse settimane si è costituito in Vallagarina il Comitato NO VALDASTICO, al quale hanno via via aderito diverse forze politiche ed associazioni di volontariato sociale e che rimane aperto ad ulteriori adesioni.

Il fronte è molto ampio, visto che il tema della tutela di ambiente e della salute è particolarmente sentito da tutti gli abitanti in zona, e non solo.

La petizione che infatti è stata predisposta, finalizzata ad ottenere un NO deciso da parte delle amministrazioni comunali interessate, in primo luogo da parte del Sindaco e del Consiglio comunale di Rovereto, ha già raggiunto in pochi giorni la quota di circa settecento firme, molte delle quali anche di cittadini di altri centri limitrofi.

Non è infatti cambiando di continuo le ipotesi di svincoli e uscite sul territorio provinciale che si risolvono  gravi problemi  già presenti, quali la mobilità locale, la tutela delle risorse idriche, l’erosione del territorio naturale, che un progetto stradale di siffatta natura comporterebbe, compromettendo l’assetto di intere valli e aggravando l’inquinamento da trasporto su gomma, già critico.

Da sabato 13 aprile riprende quindi la raccolta delle firme in calce alla petizione, che per maggiore diffusione e comprensione è stata anche stampata sul retro del volantino che è stato e sarà distribuito ai banchetti e ai gazebo presenti sia a Rovereto (Lgo Vittime delle Foibe verso il portico) che a Marco (stradina laterale a destra della Chiesa di Marco).

Il Comitato NO VALDASTICO VALLAGARINA


«Territorio svenduto al Veneto»

Da un punto di vista politico, Lega esclusa ovviamente, è un coro di no alla Valdastico. Per il consigliere provinciale del Pd Alessandro Olivi , «i progetti che impattano in modo così significativo sulla qualità, la sostenibilità, la mobilità di un territorio, non possono essere affrontati come fatto dal presidente della Provincia. Sposare la logica di chi affronta i problemi come si sfoglia un carciofo significa sfuggire alle proprie responsabilità di governo, abiurare la politica del mettere un territorio contro l'altro. La giunta capisca che gli amministratori e le loro comunità devono essere parti integranti di un processo partecipativo serio, che metta al centro la compatibilità ambientale di un intero territorio con le sue prospettive di sviluppo. Non stiamo parlando di costruire una strada, ma di progettare il Trentino del futuro».
Anche il collega Alessio Manica tuona contro la scelta di Fugatti. «Sulla Valdastico continua il film dell'orrore diretto da Fugatti. Dopo mesi in cui si prospetta l'uscita a Rovereto sud, apprendiamo che potrebbe invece essere collocata in un non meglio definito punto tra Marco e Serravalle. Sulla base di quali dati? Questa ipotesi rende ancora più inutile la Valdastico e non ridurrebbe nemmeno un po' la devastazione paesaggistica, ambientale ed idrogeologica delle valli interessate. Oltre al danno, insomma, pure la beffa. Questa è la plastica sintesi dell'idea di valorizzazione della montagna della Lega: il Trentino al servizio del Veneto».
Alla protesta si unisce il Movimento 5 stelle di Rovereto attraverso i portavoce Alessandro Dal Bosco , Michele Setti e Massimo Pittui . «Aderiamo alla petizione popolare per dire no alla Valdastico con cui si chiede all'amministrazione comunale di Rovereto di schierarsi apertamente contro la realizzazione del collegamento autostradale. La Valdastico non serve a nessuno se non ai soliti ben introdotti che puntano a fare megaguadagni con gli investimenti pubblici». 
Infine, presa di posizione netta dai consiglieri di minoranza della Comunità della Vallagarina Franca Bellorio e Manuel Lorenzini che chiedono formalmente di poter partecipare come pubblico uditore alla conferenza dei sindaci. «È un tema di notevole importanza per le ricadute ambientali, viabilistici, commerciali ed industriali. Si chiede che venga data la possibilità ai consiglieri della Comunità e comunali di partecipare alla conferenza dei sindaci».
La capogruppo della Lega in consiglio provinciale Mara Dalzocchio , ovviamente, la vede diversamente e soprattutto elogia l'idea di un ticket per il Tir in Valsugana: «È convincente l'iniziativa sulla vignetta per limitare il traffico pesante sulla Valsugana con la preparazione, in accordo sia con la Provincia di Bolzano sia con i soci di Autobrennero, di una tariffa legata alla quota ambientale come fonte di finanziamento alle opere e alle infrastrutture segna un passaggio politico prezioso sia perché si pone nel solco di un esercizio intelligente e lungimirante della nostra Autonomia, sia perché dimostra una grande attenzione al nostro territorio. 
Un'iniziativa che tiene conto anche dell'importanza che un'opera infrastrutturale come la Valdastico avrà per il futuro della Valsugana con una sensibile riduzione del traffico presente lungo il tracciato, un ridimensionamento che gioverà ad una valle che noi della Lega abbiamo a cuore».

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