Besenello vince la «sua» battaglia sulla Valdastico Il Consiglio di Stato annulla la delibera del Cipe

di Nicola Guarnieri

La chiacchierata autostrada della Valdastico - o Pirubi che dir si voglia - non sbucherà a Besenello. Non, almeno, fino a quando non sarà presentato un progetto complessivo e unitario dell’arteria che dovrà comunque rispettare i desiderata della comunità locale. Lo ha stabilito il consiglio di Stato che ha accolto il ricorso del Comune cassando la delibera del Cipe che autorizzava la realizzazione dell’arteria da parte della Serenissima.

Il contestato progetto di collegamento tra A4 e A22 attraverso l’A31 Nord - da Vicenza a Piovene Rocchette è operativo da anni e il cantiere per il prolungamento fino a Lastebasse è dietro l’angolo - è dunque rimandato al mittente salvando la montagna sotto Folgaria e i pregiati vigneti di moscato dell’Alta Vallagarina. I giudici amministrativi di appello, d’altro canto, l’hanno scritto chiaro e tondo in sentenza che il bypass optato dalla Serenissima e della Regione Veneto al «niet» della Provincia di Trento - spezzando in due il progetto e facendosi approvare da Roma il primo tratto, quei 20 chilometri tra l’ultimo casello e la valle dell’Astico al confine con il Trentino - non va bene.

Accogliendo dunque il ricorso del Comune di Besenello che, in primo grado al Tar del Lazio, era stato respinto con perdite.
L’A4 le ha provate tutte per estromettere dai giochi la piccola municipalità lagarina. Ma i magistrati di palazzo Spada hanno sposato in pieno la tesi locale ritenendo che Besenello avesse tutte le ragioni di manifestare il proprio pensiero, e ovviamente dissenso, per un’opera che avrebbe seminato disagio e preoccupazione nella popolazione. Sullo spezzettamento dell’opera - come detto per aggirare i veti trentini - gli stessi giudici concordano con le rimostranze espresse nel ricorso sottolineando «l’illogicità e irrazionalità della scelta di proporre, e poi approvare con deliberazione Cipe 18 marzo 2013, il progetto preliminare del “1° lotto funzionale Piovene Rocchette-Valle dell’Astico” dell’autostrada Valdastico Nord A31, corrispondente al tratto insistente nel solo territorio veneto».

E ancora: «L’esame del provvedimento impugnato conduce ad escludere l’autonomia funzionale del primo lotto in quanto si afferma che l’opera completa consiste nella realizzazione del tratto di autostrada tra Piovene Rocchette e Trento».
Sull’ammissibilità del ricorso, tra l’altro, nessun dubbio da parte di palazzo Spada: «Non vi sono dubbi  che la realizzazione di un’infrastruttura autostradale che si interrompe sul confine del territorio di un Comune è già di per sé idonea a determinare conseguenze dirette nel territorio medesimo e nella vita dei suoi abitanti, atteso l’aumento del traffico veicolare che con essa viene generato».

Per i giudici la delibera del Comitato interministeriale della programmazione economica che ha approvato il progetto sconfessando la Provincia non è valida e l’ha annullata. Anche perché i promotori avrebbero dovuto presentare un progetto unico e chiaro che indicasse l’ingresso nell’A22. A questo punto Besenello è salva e il guerriero posto a difesa del paese ha vinto la sua battaglia. Se la Pirubi si farà, insomma, sarà altrove: Rovereto Sud o Trento.

L’iter che ha portato la Serenissima a forzare le cose è partito l’8 agosto 2012 quando la Regione Veneto ha approvato in via definitiva i lavori sulla Valdastico Nord, incurante dei ricorsi di Trento. Il 18 marzo 2013 il Cipe ha dato il proprio benestare per la prosecuzione da Piovene Rocchette sino ai confini col Trentino. Ma il consiglio di Stato, adesso, ha detto che non va bene.

LA SENTENZA del Consiglio di Stato, emessa il 21 gennaio.

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