La lapide dei bambini morti profughi

La Prima guerra mondiale avvolse gli Altipiani Cimbri nel maggio del 1915 e la popolazione civile (donne, bambini ed anziani) dovette lasciare queste terre. Salirono sulle tradotte a Caldonazzo e Calliano e vennero trasportati nell’Impero Austroungarico, in Austria Superiore per la maggior parte. Da prima furono ospitati in fattorie e da contadini, poi relegati nei campi profughi, il più popolato dei quale fu quello di Braunau am Inn, che vide albergare ben 12000 profughi trentini. «Eine Seite unserer Geschichte», riporta una piccola lapide posta ai bordi di quello che fu un campo. In quei luoghi le condizioni igienico sanitarie non erano certo ottimali e le malattie si diffusero rapidamente. I bambini furono i più colpiti dalla famosa «febbre gialla» che non lasciava scampo.
Roberto Marzari dei Cueli ha voluto ricordare i bambini di San Sebastiano (Cueli-Liberi-Morganti-Tezzeli e Perpruneri) che perirono in quei campi. «La memoria è esile e fragile come un fuscello al vento, essa va alimentata», ha commentato nel presenziare alla cerimonia d’inaugurazione della lapide con tutti i nomi dei 25 bambini morti in Austria durante l’epopea dei Flùchtlinge (rifugiati/profughi) 1915-1918. «È da anni che avevo in mente di ricostruire un pezzetto di storia importante per il nostro paese e riportare nel loro cimitero il ricordo di queste anime innocenti che hanno posato il loro sguardo tra le mura di un campo profughi. Sono sicuro che quei bambini sono morti tra le braccia delle loro mamme piangenti e disperate. Ricordiamo quel tempo e pensiamo alla contemporaneità. Quanti bambini oggigiorno muoiono ancora per la guerra, per la fame, per le malattie?».

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