Natale sugli altipiani: le luci le mettono i volontari

La tradizione si ripete

Ci sono poche cose che fanno Natale come le luminarie. Perché quelle luci colorate, talvolta intermittenti, che disegnano nell’arie stelle comete o alberelli di Natale, colorano l’atmosfera e rendono tutto più accogliente. Ma è chiaro, soprattutto nei comuni orograficamente più complicati, fatti di tante frazioni, non sempre l’ente pubblico arriva ovunque. Sugli altipiani questo problema è ovviato dallo sforzo e dall’impegno del volontariato.

In molte borghi del Comune di Folgaria a mettere in cielo le luci sono infatti i volontari che rubano il tempo al lavoro e quasi sempre durante il fine settimana si improvvisano uomini ragno. «È il dovere condito dalla passione per la propria terra che ci fa fare questo», spiega Luca Rech di Carbonare. Marco Carpentari, insieme a Damiano Carpentari, gira come una trottola di villaggio in villaggio e con l’autoscala riesce a portare una stella fino a toccare le nuvole. È l’esempio del capitano dell’Altipiani Calcio. «Da anni prima del Natale mi dedico a dare una mano per appendere le luminarie nei vari centri», racconta mentre cerca di combattere il freddo intenso di questi giorni. Simone Cuel appende ai lampioni le ultime luci, viene aiutato da Matteo Tezzele e Marianna Dalprà. Le luminarie sono un tuffo, le luci funzionano a strappi, a Nosellari gli aderenti al Circolo si mobilitano, gli anziani li osservano e sorseggiano insieme una tazza di brulè. Ogni piccolo centro brilla di una luce intensa, più o meno bella, più o meno fantasiosa, una luce che arriva dal cuore ed è appesa ad un pilone, ad un ponte, ad un albero. Il Natale è anche questo, il volontariato che non finisce di stupire, rendendosi disponibile per la comunità. «Non abbiamo molti contributi, dobbiamo arrangiarci, in certi Comuni è proprio l’ente locale che provvede alle luminarie», ci dicono alcuni volontari.  

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