Addio a Mario Tomasi, il sindaco "prof"

Si è spento ieri mattina dopo una malattia che anno dopo anno lo aveva indebolito sempre più, <+nero>Mario Tomasi<+testo>, il sindaco che ha rivoluzionato la città. E l’intellettuale prestato alla politica che ha forgiato la coscienza del cattolicesimo democratico della Vallagarina.
Era nato ottant’anni fa, in contrada Schincheri, nella periferia di montagna di Ala. Alle spalle una grande famiglia contadina, sette fra fratelli e sorelle, semplice e umile. La sua è stata una vita in qualche modo esemplare e allo stesso tempo vivace e contrastata. Da ragazzo scelse di consacrarsi alla vita religiosa: prese i voti ed entrò nell’ordine mendicante dei frati Francescani. Con il saio fece le sue prime esperienze forti e formative che lo portarono fino in Terra Santa, a Gerusalemme.
Il suo rientro in Italia, eravamo sul finire degli anni Sessanta, lo spinse verso la politica; si legò alla corrente della sinistra democristiana di allora, quella dei Kessler e degli Andreolli, insomma quel mondo cattolico riformista che vedeva nella Dc lo strumento per cambiare e modernizzare il Trentino.
Lasciò il saio e cominciò la sua carriera lavorativa tutta dedicata all’insegnamento di materie letterarie presso il Centro Veronesi di Rovereto, di cui poi divenne anche preside, lui il l’intellettuale, il politico riformista il pedagogo del popolo.
Nella seconda metà degli anni Settanta, venne catapultato in consiglio provinciale. Al quale, tuttavia, nel 1979 preferì il consiglio comunale di Ala. In quell’anno divenne sindaco, il suo partito sempre la Democrazia cristiana. Con lui nacque il campeggio della Sega, il Kartodromo, la piscina comunale, il centro sportivo di San Martino. E le nuove scuole elementari. E Mario Tomasi fu in prima fila anche nelle battaglie per la riconversione dell’ospedale. A lui toccò gestire l’impatto della prima crisi industriale che colpì la Vallagarina negli anni Ottanta. E seppe rilanciare l’occupazione puntando su una nuova industrializzazione: e ad Ala arrivarono Bauli e Subaru.

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