La vendemmia è già partita: uva acerba per fare la birra

di Tommaso Gasperotti

Vendemmiare ai primi d'agosto? Ebbene sì. A Marano d'Isera ieri mattina alcuni giovani hanno riempito i cassoni con due quintali e mezzo d'uva ancora verde, sotto gli occhi meravigliati di molti contadini e passanti. 
L'uva è il marzemino, ma quella vendemmiata ieri, ancora quasi completamente acerba, non verrà usata per produrre il vino principe d'Isera, bensì una speciale birra acida. Nulla a che vedere, quindi, con le bizze del tempo, il super caldo di questi giorni o i cambiamenti climatici: l'uva, state tranquilli, non è matura. «Semplicemente - spiega Matteo Marzari , titolare del birrificio Klanbarrique di Trambileno e tecnico enologo della Cantina de Tarzcal di Marano d'Isera ? con i grappoli raccolti questa mattina produrremo circa mille litri di "Malmadura 2018", una birra con una acidità tartarita, legata cioè all'uva, molto particolare». 

Tutto nasce tre anni fa, più o meno con la nascita del birrificio, quando Matteo Marzari e Agostino Arioli, uno dei pionieri della birra artigianale in Italia, sotto le vigne di marzemino ebbero un'intuzione. «Erano i primi giorni d'agosto, il periodo in cui solitamente vengono recisi i grappoli in eccesso, quelli che sarebbero rimasti acerbi. Grappoli ? racconta Marzari ? che normalmente sarebbero finiti a terra. Beh, invece di lasciarli tornare al ciclo naturale del terreno, abbiamo scelto di recuperarli per creare una nuova birra: un'idea se vogliamo molto ecologica». La lavorazione di per sé è molto simile alle procedure classiche di vinificazione. A differenza che il raspo non viene separato dal succo. «I grappoli vengono pigiati e il mosto d'uva viene messo in dei tonneau, botti di legno in rovere francese da 500 litri, secondo la vinificazione all'aperto. A questo punto - spiegano i mastri birrai del Klanbarrique ? aggiungiamo il mosto di birra e il tutto fermenta in maniera del tutto spontanea grazie ai lieviti che si trovano naturalmente sulle bucce dell'uva». Ogni giorno, affinché le bucce non si separino dalla parte liquida, il contenuto viene mescolato e solo dopo un mese è possibile rimuovere i residui del grappolo e trasferire il liquido, che ormai è diventato a tutti gli effetti birra, nei barrique. Altri dieci mesi di affinamento e et voilà. «I due quintali e mezzo d'uva che abbiamo raccolto questa mattina rappresentano circa il 20% del prodotto finito», aggiunge.  

Una collaborazione, quella nata tra birrificio e azienda agricola de Tarzcal, profondamente innovativa. «Un mese fa - conclude Ruggero dell'Adami de Tarzcal - è stata imbottigliata la Malmadura 2017 che presenteremo a settembre con altri prodotti legati al marzemino. Si tratta di un'idea sperimentale: dal recupero "di rado" dei grappoli verdi, quelli che andrebbero in maturazione molto tardi, abbiamo dato vita ad un prodotto molto interessante».

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