Suor Eugenia, 108 candeline. «Il segreto? Accontentarsi»

di Tommaso Gasperotti

Oggi compie la bellezza di 108 anni. Ma parenti, amici e anche il sindaco del suo paese natale, Cristian Comperini, con qualche giorno d’anticipo sul calendario hanno voluto festeggiare con lei il compleanno, andandola a trovare nella casa di riposo per religiose di Telve Valsugana, dove risiede da qualche anno. Suor Eugenia Cucco, una delle donne più anziane del nostro Trentino, ancora lucida e presente nonostante la veneranda età, ha spento le candeline sulla torta e cantato canzoni di montagna e degli alpini, ricordando con nostalgia il suo paese. In queste occasioni, infatti, non fa che chiedere di Besenello, argomento costante delle conversazioni con i nipoti e gli amici che le fanno visita regolarmente.
Nella sua piccola cameretta appese alle pareti, insieme al crocifisso, ci sono solo una foto in compagnia del sindaco e una stampa di Castel Beseno. Eugenia, nata il 9 luglio del 1910, vive serena nel ricordo della sua Scanuppia, la montagna dei «beseneloti», di quando da bambina stava ai Masetti insieme alla famiglia per tutta l’estate. È proprio lì che nel 1914 si ricorda di aver ricevuto la notizia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale dalle campane della chiesa che non smettevano di suonare. In quel momento non sapeva cosa significasse la parola guerra, ma il giorno dopo ricorda che in paese tutti piangevano perché gli uomini sarebbero partiti per il fronte l’indomani.
Prima di otto figli, per aiutare papà Eugenio e la mamma Maria Goller andò giovanissima a lavorare prima in filanda a Calliano e in seguito in una famiglia della Trento bene come donna di servizio. Nel 1938, l’inizio della vita religiosa, prendendo i voti a Trento nell’ordine di Maria Bambina, per conseguire poi a Venezia il diploma di infermiera.
Iniziò così a lavorare all’ospedale di Borgo Valsugana, dove fu la prima infermiera nel reparto della nuova terapia del cobalto, per la cura dei tumori. Fu in seguito trasferita all’ospedale di Rovereto dove lavorò ininterrottamente nel reparto delle malattie infettive fino al pensionamento a metà degli anni 80. Una vita, quella di Eugenia, dedicata agli altri, trascorsa al fianco degli ammalati, ai quali non mancava mai di dare una parola di conforto e speranza. Dopo un breve periodo nella Casa convento di Rovereto dimorò dal 1990 al 2010 presso la Casa Madre dell’ordine di Trento. L’ultima volta che suor Eugenia Cucco celebrò il compleanno nella sua Besenello è stato nel 2010, in occasione dei cent’anni, quando dalla chiesa ringraziò tutto il paese riunito per festeggiarla. Da allora, ogni anno in vista del compleanno, una nutrita delegazioni di amici, nipoti e pronipoti va a trovarla a Telve. E lei, sguardo visto e pacifico, condivide con loro le tappe e i momenti di un’esistenza trascorsa sempre accanto ai più deboli e agli ammalati.
Ora, dopo aver attraversato tutto il Novecento, Eugenia guarda serena al domani, con la calma nel cuore e la fede di chi ha vissuto appieno la propria vita. E alla domanda, banale quanto inevitabile, su quale sia il suo segreto, la sua risposta è tanto semplice quanto profonda: «Mi sono sempre accontentata di quel poco che avevo».

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