Botte da orbi a 89 e 81 anni E finiscono davanti al giudice

di Chiara Zomer

È opinione comune che con l’andare dell’età si affievoliscano le passioni. Che si impari a vedere la vita e i piccoli e grandi ostacoli che ci si trova di fronte, con l’occhio stoico di chi ne ha passate tante, e non perde la testa davanti a nulla. Mica come i giovani, talvolta irruenti, in alcuni casi persino incapaci di tenere a freno un carattere magari incline allo scontro. Gli anziani sono quelli saggi, che misurano le parole e sono sempre in grado di non esagerare. O almeno questa è l’opinione comune.

Ma non è sempre così: ci sono momenti in cui l’età non conta, in cui entusiasmi o aspettative infiammano gli animi anche a 80 o 90 anni. Succede. È successo, per lo meno, a due anziani di Vallarsa: 89 e 81 anni. Che hanno iniziato con una discussione per i confini e sono finiti a mettersi le mani  addosso. Entrambi ne sono usciti un po’ ammaccati. Se la sono messa via? Giammai.

Il risultato di tanto ardore è facilmente immaginabile: entrambi arrabbiati, entrambi convinti di avere ragione, entrambi pronti a sporgere querela. E alla fine pure il processo l’hanno avuto entrambi: uno in tribunale, davanti al giudice monocratico, l’altro dal giudice di pace. È di qualche giorno fa l’ultima sentenza: il giudice di pace ha assolto l’imputato un po’ perché la legge è cambiata (le ingiurie, in questo caso pacifiche, sono state nel frattempo depenalizzate) e un po’ perché pur sentendo i testimoni, e pur dando per assodato che l’imputato aveva ferito il contendente, era impossibile ricostruire con certezza se il gesto dell’imputato fosse volontario o meno. Gli è andata bene, insomma.

La vicenda risale al luglio 2014. Il teatro di cotanto spreco di energie, la Vallarsa. I due uomini - un 89enne e un 81enne - sono proprietari di fondi confinati. E proprio non riuscivano a mettersi d’accordo sul dove dovesse passare il confine. Pare una stupidaggine, ma anche pochi metri fanno la differenza, se significano veder ricadere una pianta da frutto in uno o nell’altro fondo. Ecco perché i due discutevano. Quel giorno erano entrambi nei campi, assieme ad un avvocato per ciascuno (perché fidarsi è bene, ma tutelarsi è meglio) e ad un geometra. Quello, per intenderci, che avrebbe dovuto dirimere definitivamente la controversia. Ma appena il geometra ha detto la sua, è scoppiato il putiferio. L’89enne, secondo l’accusa, avrebbe urlato all’altro: «Ladro di legna, truffatore e profittatore» e gli avrebbe assestato dei graffi sul viso. L’altro avrebbe urlato altrettante amenità, colpendolo a sua volta. A dividerli, i poveri avvocati e il geometra.
Come detto, si è finiti ad intasare le aule di tribunale: entrambi avevano riportato ferite.

L’89enne è finito davanti al giudice di pace, che ha assolto l’89enne, assistito dall’avvocato Andrea Azzolini. Quanto a quel «Ladro di legna, approfittatore», si è già detto: il cambiamento della legge è stato favorevole all’imputato. Ma restavano le lesioni. In particolare, un graffio sul labbro ed un ceffone. Alla fine del dibattimento, non c’è dubbio che sia stato lui a ferire l’altro al labbro. Solo che un testimone ha detto di non aver capito che la lesione sia stata volontaria, o accidentale, mentre veniva attirato a sé dall’altro anziano. Ecco perché l’89enne è stato assolto, con la formula dubitativa, per contradditorietà degli elementi di prova.

È andata peggio al rivale: per lui, assistito dall’avvocato Wolfango Chiocchetti, l’accusa era più grave, lesioni gravi. Ecco perché è finito davanti al tribunale. Il legale ha limitato i danni - l’accusa è stata derubricata a lesioni lievi  - ma la condanna è arrivata, benché lieve: 2 mesi Caso chiuso? Macché. In questa storia non sembra per nulla escluso che si vada all’appello. Perché non basta avere 90  80 anni, per prenderla sportivamente.

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