La «baby gang» esaspera i professori Provvedimento radicale: 10 sospensioni Metà classe resta a casa in punizione

Finisce, almeno per ora, con una sospensione collettiva dalle lezioni, insomma una di quelle belle tirate d’orecchi da ricordare per un bel pezzo, l’avventura spericolata della «baby gang» che da alcuni mesi tormentava alcuni docenti della scuola media di Brentonico.

Insegnanti mandati a quel paese (ma certo il lessico non sarebbe stato questo, ma quello molto più colorito che sta disinvoltamente sulla bocca di ragazzini diventati adulti troppo in fretta) comportamenti considerati irrispettosi, atteggiamenti provocatori e al limite della volgarità messi in scena dagli alunni come sul palcoscenico di un varietà da mandare in onda ogni mattina al suono della campanella.

Insomma un clima tale da mettere a repentaglio la serenità delle lezioni. Ma soprattutto, a quanto pare, il sistema nervoso degli insegnanti, vittime quotidianamente delle spavalderie e delle guasconate di un gruppo di alunni, e alunne, decisamente esuberanti. Insegnanti che alla fine non ce l’hanno fatta più.

È questo il quadro, da piccolo inferno quotidiano consumato sulla pelle dei docenti, che avrebbe indotto nei giorni scorsi il consiglio di classe di una classe delle medie ad allontanare simultaneamente dieci ragazzini, femmine e maschi in egual misura, dalle aule scolastiche dell’altipiano.

Un provvedimento adottato collettivamente nei confronti di un gruppo di alunni e alunne sopra le righe, forse iperattivi o forse solo più scapestrati degli altri, e responsabili genericamente di comportarsi male a scuola. Insomma più che una vera e propria baby gang - non ci sarebbero stati infatti episodi specifici di violenza o di bullismo - un «piccolo branco» di ragazzini indisciplinati che delle fatidiche «note sul registro» se ne facevano allegramente un baffo e di fronte ai quali, alla fine, la scuola ha deciso di agire con la più classica delle misure correttive: la sospensione dalla lezioni.

A fare colpo e notizia il numero dei ragazzini coinvolti: dieci, insomma metà classe. La sanzione scatterà a partire da dopodomani; alcuni alunni saranno tenuti lontani dalla scuola solo per un giorno, altri per l’intera settimana. E per tutti salterà la prevista e tanto sospirata gita scolastica di primavera in Toscana.

La notizia ha fatto scalpore sull’altipiano dove ieri non si parlava d’altro. Dal fronte della scuola, tuttavia, si è preferito non commentare. Il dirigente scolastico, il dottor Ezio Montibeller, si è trincerato dietro una sola parola: amarezza. E e pur confermando la notizia ha preferito non commentare «per non turbare la serenità di cui la scuola ha bisogno».

Il disagio era palpabile, invece, fra i genitori degli alunni colpiti dal provvedimento. Una mamma, che però ha chiesto di non essere citata, ha parlato apertamente di «fallimento del progetto educativo di cui la scuola, in tutte le sue componenti, dovrebbe essere garante e protagonista. Perché quando si arriva a queste conclusioni – ha osservato la mamma -, vuol dire che la scuola ha rinunciato al suo compito e ha scelto la strada più facile delle sanzioni. Insomma ha capitolato».

Minimizzava l’accaduto, invece, il sindaco del paese, Christian Perenzoni: «Ho saputo quello che è successo, ma non mi pare sia accaduto niente di grave. Ai miei tempi a suola ne capitavano anche di peggio. Non mi pare il caso – ha ammonito - di montare un caso per cose di questo genere».

Più preoccupato è sembrato invece l’assessore all’Istruzione, Quinto Canali: «Non voglio interferire nelle dinamiche interne della scuola, perché di questo si tratta. E tuttavia sto già lavorando, insieme alla biblioteca, per mettere a punto una risposta costruttiva: già da lunedì cercheremo di coinvolgere i ragazzi vittime del provvedimento in un percorso di educazione civile. Poi – ha aggiunto l’assessore – è chiaro che non si può chiedere alla scuola di essere l’unica agenzia educativa. È il territorio nel suo insieme che deve essere capace di un’azione complementare. È questo il senso di quella che io chiamo la scuola pulsante di comunità».
Intanto, comunque, da lunedì tutti a casa. O quasi. E addio gita fra le dolci colline della Toscana.

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