Lo Zampognaro lagaro va in pensione

Ma dal Comune, per dedicarsi ancora di più alla musica

di Tommaso Gasperotti

Il 19 gennaio Attilio Gasperotti, conosciuto da tutti come lo zampognaro lagaro, andrà in pensione. Non attaccherà al chiodo cornamuse e zampogne, anzi a quelle dedicherà ancora più tempo, ma lascerà dopo quasi quarant’anni il suo posto da messo comunale. In tanti, anche durante le festività appena trascorse, lo hanno visto allietare con la sua musica i mercatini e le feste natalizie di tutto il Trentino, ma in pochi sanno che, tolto il costume tradizionale, Attilio si occupa da una vita di consegnare notifiche, buste e atti amministrativi ai censiti di Pomarolo, oltre che portare il gonfalone ad anniversari e cerimonie ufficiali.

«Sono stato assunto dal Comune nel gennaio del 1980, con la mansione di messo-vigile, così si chiamava allora. Poi le due funzioni vennero separate - racconta dalla sua scrivania di piazzale Angheben, sede municipale -. Per anni ho recapitato belle e brutte notizie ai pomarolesi, dalle comunicazioni istituzionali alle cartelle esattoriali, dalle tessere elettorali alle multe. Non ho mai avuto problemi, mi hanno sempre aperto la porta di casa e sono stato benvoluto da tutti, pur rivestendo un ruolo certamente non facile per le implicanze morali e sociali.  «La cosa più bella di questo lavoro? Sicuramente il contatto diretto e il rapporto di fiducia che s’instaura con la gente - afferma Gasperotti, classe 1953 -. Quella del messo comunale è da sempre una figura caratteristica di una comunità, anche se negli ultimi tempi è stata un po’ stravolta».

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Un mestiere, questo, che prima di lui era stato del papà Renzo, anch’egli storico messo del Comune di Pomarolo. Quasi una tradizione di famiglia. «Classe 1926 - ricorda Attilio - mio padre ricoprì questo incarico dal 1953 al 1979. Morì quando era ancora in servizio, poi subentrai io. Da lui ho ereditato anche la passione per la musica». Renzo Gasperotti fu infatti presidente della banda Fontana e cantore nel Biancastella e nel coro parrocchiale, mentre Attilio è insegnante e per sette anni maestro della banda del paese. «Quella del messo - prosegue Attilio, tornando all’oggi - è una figura in continua evoluzione: basti pensare alla svolta tecnologica che la mia generazione ha dovuto affrontare, passando dalla documentazione cartacea alle comunicazioni via pec. Da ultimo, l’avvento delle gestioni associate, con l’accorpamento dei servizi tra i Comuni di Pomarolo, Villa Lagarina e Nogaredo. È proprio ora che io vada in pensione». A chi gli chiede come ora impiegherà il suo tempo libero, lo zampognaro lagaro sorride e risponde: «Questo non è proprio un problema». Con la sua associazione, fondata nel 2007, Attilio ha girato il mondo, portando la musica e le danze popolari trentine anche oltreoceano, tra i maggiori festival folkloristici del mondo, proponendo musiche e balli dal Perù agli Stati Uniti, dai Balcani all’Indonesia. Ed ora non ha per nulla voglia di smettere. «A marzo - svela il pensionando - partiremo alla volta dell’International Folk Festival di Kathmandu, in Nepal, al quale parteciperanno oltre 350 artisti da ben undici diversi Paesi».

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