Fontane chiuse e pure multe a chi annaffia l'orto

I Comuni di Vallarsa e Trambileno sono corsi ai ripari per scongiurare l'emergenza siccità

Fontane chiuse e divieto assoluto di usare l'acqua potabile per irrigare orti e giardini. I Comuni di Vallarsa e Trambileno sono corsi ai ripari per scongiurare l'emergenza siccità. E con un'ordinanza congiunta hanno messo alcuni paletti sul consumo d'acqua. Accade nella destra oragrafica della vallata dove le sorgenti che alimentano l'acquedotto delle «Sette Fontane» hanno subito negli ultimi giorni un brusco calo.

«Non siamo ancora a livelli d'allarme - spiega il sindaco di Vallarsa Massimo Plazzer - ma abbiamo comunque deciso di emanare questo provvedimento con il quale chiediamo di razionalizzare l'uso d'acqua potabile. Nei prossimi giorni non sono previste piogge e il rischio è quello che la rete idrica non riesca a coprire il fabbisogno di intere frazioni. In caso di emergenza si potrebbe pompare acqua dall'altro versante della valle, ma sarebbe un'operazione molto costosa». Fino alla revoca dell'ordinanza, dunque, tutte le fontane di Trambileno ( in foto la fontanella del parco di Pozza ) e delle frazioni della destra orografica di Vallarsa rimarranno chiuse. Ma non solo.

Sarà assolutamente vietato, pena multe da 25 a 500 euro, utilizzare acqua potabile per l'irrigazione di orti e campagne o il lavaggio di automobili, stalle e attrezzatture: «L'acqua - si legge nell'ordinanza - dovrà essere limitata ai soli fabbisogni della vita domestica e dell'igiene personale». Il Comune di Trambileno, che viene servito dallo stesso acquedotto, sarebbe il primo a rimanerne senza, trovandosi più a valle. «In tal caso dovremmo ricorrere al pompaggio dallo Spino - afferma il sindaco di Trambileno Franco Vigagni, sottolineando come sia sempre meglio prevenire -. Già a giugno avevamo chiesto ai cittadini di limitare gli sprechi: una misura che ora abbiamo deciso di prolungare, in maniera ancora più rigida. Due i motivi principali: da una parte la riduzione di portata delle sorgenti, causata dalla scarsita di precipitazioni e dal basso innevamento del periodo invernale. Dall'altra l'aumento del numero di residenti durante la stagione estiva con il conseguente incremento del consumo d'acqua». «Vista la carenza di precipitazioni nello scorso inverno, temevamo anche peggio - aggiunge Plazzer -. Continueremo a collaborare e tenere sotto controllo la situazione».

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