Blitz della Tribù delle Fratte in consiglio comunale

di Denise Rocca

Sacchi, secchi e badilate di terra riversati in Consiglio comunale, sul pavimento dell’aula, sui banchi, addosso a qualche consigliere che si è ritrovato sulla traiettoria. Altri svuotati sul tavolo davanti al sindaco Stefano Barozzi, gesto di disprezzo nel cuore dell’esercizio dei suoi doveri di sindaco. Un blitz all’interno del Comune, durante il Consiglio comunale. Questa l’ultima delle «azioni dimostrative» della Tribù delle Fratte contro il cantiere del vallotomo di Montalbano.

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Non è durato nemmeno un’ora il consiglio comunale di Mori di ieri sera: i manifestanti della Tribù delle Fratte sono entrati durante i lavori e interrotto la discussione - che non riguardava il vallotomo - nell’aula del Consiglio con un blitz. L’avevano annunciato nei giorni scorsi che non si sarebbero fermati. Addirittura, alcuni hanno tentato di entrare in Consiglio con dei barili pieni di terra - terra delle fratte di Mori - ma sono stati bloccati dalla polizia prima che potessero accedere all’aula.

«L’aula naturalmente era aperta al pubblico e alcuni membri della Tribù delle Fratte, sempre gli stessi, si sono mescolati al resto del pubblico per superare il controllo dei tanti poliziotti e carabinieri che anche ieri presidiavano il municipio - racconta Lanfranco Cis, segretario del Pd di Mori -. Così sono entrati. Avevano dei sacchi di terra sotto le giacche. Tra loro Rosanna Bazzanella e il sindacalista Usb Federico Menegazzi. A un certo punto, verso le 20.15, hanno tirato fuori i sacchi e hanno gettato terra in giro».

Altre testimonianze dei presenti aggiungono elementi alla dinamica: «Dopo qualche minuto di permanenza nel pubblico - spiega un cittadino - hanno svuotato e gettato terra nell’aula del consiglio andandosene nel giro di pochi minuti gridando slogan». I manifestanti hanno anche dispiegato uno striscione fra i banchi: «Siamo venuti a riportarvi un po’ delle vostre macerie».

Attoniti pubblico e consiglieri che si sono allontanati dai banchi, tanto che il presidente Fiorenzo Marzari (Lega Nord) ha deciso, infine, di interrompere il Consiglio: «Ho scelto di sospendere i lavori - spiega -. Non si poteva continuare in queste condizioni, diversi consiglieri di maggioranza non se la sentivano di proseguire e nemmeno io se devo essere sincero».

Avrebbe invece continuato il consigliere del Patt Cristiano Moiola, che si è preso un po’ di terra addosso accidentalmente: «Stavo seduto davanti al consigliere Caliari (ex sindaco Pd, ndr), vero destinatario della terra, e me ne sono beccata un po’. Personalmente avrei proseguito, non c’è stata nessuna violenza, era solo un’azione dimostrativa. C’erano decine di forze dell’ordine, una trentina di poliziotti in antisommossa, che avrebbero garantito la sicurezza e si sarebbe potuti continuare, ma la maggioranza ha fatto mancare il numero legale». Una intenzione nettamente diversa da quella della maggioranza del sindaco Barozzi e dei suoi sostenitori che, invece, non solo si dicono «allarmati ma sdegnati per l’ennesimo gesto contro le istituzioni: una cosa di una gravità straordinaria - commenta ancora Cis - impedire addirittura lo svolgimento di un consiglio è grave, è bloccare il lavoro di un organo democraticamente eletto che rappresenta tutta la popolazione di Mori».


 «FATTO GRAVISSIMO, SIAMO STUFI»

«Non posso credere che queste persone non capiscano quello che hanno fatto stasera. Oggi è successo qualcosa di molto più grave di quando hanno occupato l’ufficio del sindaco. Oggi è stato impedito il processo democratico. Cosa tanto più grave perché accaduta con l’avallo, se non l’aiuto esplicito, di parte delle forze che siedono nello stesso Consiglio».

È amareggiato il sindaco di Mori Stefano Barozzi. Quello di ieri sera doveva essere finalmente il primo Consiglio comunale «normale» dopo mesi pesantissimi in cui il dibattito è stato monopolizzato dalla questione vallotomo. Si doveva parlare di lavori pubblici, di bilanci, di progettualità sociali. Appunto, si doveva tornare alla normalità. Quella normalità che però la Tribù delle Fratte ha chiaramente detto che intende impedire.

«Sono stati di parola - considera Barozzi -. Vogliono interrompere la nostra normalità. Bloccando il traffico attraversando di continuo la statale, bloccando il Comune invadendo il Consiglio. Ma pagheranno, secondo la legge e nella legge. Le denunce per tutti questi atti prima o poi li raggiungeranno. Sia chiaro: la comunità di Mori è stufa, e la stragrande maggioranza condanna queste forme di protesta incivile. Il vallotomo? Non si pone neanche in discussione. I lavori vanno avanti».

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