Vallotomo di Mori: «Massima insicurezza» Denunce, Schützen e ora assemblea

di Nicola Guarnieri - NO

AGGIORNAMENTO

La Provincia tira dritto sul vallotomo di Mori. «È da fare» ha ribadito il governo provinciale, nell’incontro che, al palazzo della Regione, ha messo al tavolo 16 consiglieri provinciali e 6 consiglieri di opposizione del Comune di Mori.

Il presidente, Bruno Dorigatti, ha aperto la riunione pronunciando «un no deciso allo scardinamento delle istituzioni e quindi una condanna netta di gesti come quello dell’altro giorno in municipio a Mori, con l’occupazione dell’ufficio del sindaco, Stefano Barozzi».

Il presidente, Ugo Rossi, ha espresso «una condanna forte e chiara per l’occupazione dell’ufficio del sindaco di Mori» riferisce una nota del Consiglio. Ha poi detto che il governo provinciale «ha affrontato questa emergenza pensando esclusivamente alla sicurezza e all’interesse dei cittadini.

L’istruttoria è stata più che seria, la voce di Barla (il perito a cui si è rivolat la Provincia, ndr) è autorevolissima, la messa in sicurezza è già in corso d’opera e non c’è ragione di fermarla. Piena disponibilità invece a progettare tutti gli accorgimenti utili - dopo la costruzione del vallo tomo - per un mascheramento e tutte le migliorie paesaggistiche che si possono ideare, anche ricorrendo alla Scuola del paesaggio provinciale».

«Pensando in particolare ai residenti di via Teatro - ha detto l’assessore provinciale Tizano Mellarini - il diedro pericolante è sottoposto a un doppio monitoraggio, con dati precisi prodotti ogni 20 secondi. È altresì pronto un piano d’emergenza in caso di accelerazioni del dissesto.

Il professor Barla ha sorvolato con l’elicottero la zona per 40 minuti e a ragion veduta ha escluso si possa effettuare un ancoraggio del masso.

Il vallotomo sarà molto esteso, certo, ma perché vuole essere una garanzia nel tempo per tutto il versante della montagna, da sempre cedevole.

I monitoraggi continueranno e saranno estesi fino a Ravazzone».


 

 

Dopo l'occupazione dell'ufficio del sindaco Stefano Barozzi da parte di un gruppo anarchico e di alcuni esponenti della «Tribù delle Fratte» sembra tornata la calma a Mori. Ma certo il braccio di ferro non si ferma qui, perché la guerra dichiarata al vallotomo da parte dei residenti - che intendono salvare gli storici terrazzamenti sotto Montalbano - e degli antagonisti che li spalleggiano è solo all'inizio.

Tantopiù che, da ieri, hanno trovato altri alleati, decisamente distanti anni luce da un punto di vista politico ma intenzionati a presidiare e difendere il territorio da quelle che chiamano «speculazioni sospette». Si tratta di un gruppetto di Schützen di Trento, scesi nel pomeriggio in divisa d'ordinanza per difendere gli orti moriani dall'«invasione» del vallotomo.

Il blitz in municipio di martedì, con tanto di "sfratto" del primo cittadino, non resterà comunque impunito. La Digos sta ultimando le indagini e a breve consegnerà alla Procura una relazione dettagliata con i venti nomi degli occupanti e le relative denunce, che sono pesanti e porteranno guai non solo agli anarchici - frequentatori di lungo corso dei tribunali - ma anche dei cittadini che hanno partecipato all'evento e perfino dei consiglieri comunali di opposizione che hanno, diciamo così, agevolato l'intrusione.

I reati di cui dovranno rispondere sono resistenza a pubblico ufficiale (per aver spintonato un vigile urbano), violenza privata (per aver costretto il sindaco ad uscire dal suo ufficio), interruzione di pubblico servizio (avendo impedito al primo cittadino di svolgere le proprie mansioni) e, ovviamente, invasione di terreni o edifici.

In termini di pena, da codice penale, ce n'è per qualche annetto oltre alle multe. E in questo caso fioccherebbero gli euro da versare allo Stato. E buon per loro che, per il momento, si risparmiano un'altra denuncia, magari più lieve ma certo poco edificante: deturpamento e imbrattamento dovuti al souvenir organico lasciato sul balcone del municipio da uno dei manifestanti.

La Digos sta completando l'identificazione del gruppo (come detto una ventina di persone) che si è barricato per un giorno intero in Comune. E sta pure vagliando la posizione di alcuni consiglieri di opposizione, in particolare dell'esponente del Movimento 5 stelle Renzo Colpo.

Il quadro è dunque questo ed ora toccherà al sostituto procuratore Fabrizio De Angelis formalizzare le accuse e affidare quindi anarchici, Tribù delle Fratte e, forse, minoranze del consiglio comunale al giudice.

Insomma, nonostante sia filato tutto liscio, con le forze di polizia che hanno controllato la manifestazione senza intervenire ma pronte a farlo in caso di necessità, la sortita di martedì non finirà in archivio. E l'ulteriore conferma arriva dal questore Massimo D'Ambrosio : «Stiamo valutando la situazione e le posizioni delle persone che hanno occupato l'ufficio del sindaco di Mori. Voglio rassicurare tutti: chi ha commesso dei reati ne risponderà».


 Anche gli Schützen contro l'intervento. Prima la Tribù delle Fratte poi gli anarchici e adesso gli Schützen. Il vallotomo ha messo insieme esponenti della società assolutamente agli antipodi.

Dopo l'occupazione di martedì, ieri pomeriggio sono scesi in borgata quattro rappresentanti della «Schützenkompanie Trient Major Giuseppe de Betta», con tanto di costume-Tracht e cappello piumato, per girare un video di condanna della scelta di Comune e Provincia di procedere con il progetto vallotomo. «Si tratta di un'intervista che sarà diffusa via Internet contro la scellerata decisione delle istituzioni di portare a termine un progetto che deturpa il territorio, è contestato dai moriani e si presta a speculazioni sospette per quanto riguarda i lavori», spiega il comandante Paolo Primon.

Nel video fa i nomi e ricorda «l'importanza di far decidere il popolo. In questo caso oltre a spendere un'enormità si distrugge un territorio».

Primon, poi, assicura che sta «valutando l'ipotesi di presentare un esposto in Procura per i rischi che corrono gli operai nel realizzare il vallotomo. Mi chiedo dove sia l'ispettorato del lavoro. Si parla di urgenza di intervento perché potrebbe crollare tutto da un momento all'altro e si mandano gli operai a rischiare la morte. Prima di procedere si doveva mettere in sicurezza il diedro con un'apposita imbragatura».

La videodenuncia degli Schützen:

 

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