Vallotomo, oggi fiaccole per le vie di Mori Bruschetti: «Ho visto anziani piangere»

Dopo lo sgombero delle fratte a Mori, dove un folto gruppo di cittadini si oppone allo sbancamento del terreno per la costruzione di un murgalione, si continua a discutere ed è polemica sulle scelte tecniche che la Provincia vuole adottare per mettere in sicurezza la zona.

Di Vallotomo si parlerà ancora. Questa sera ci sarà una fiaccolta (vedi articolo sotto) e il problema di chi si oppone è che rischia di passare per ingrato, visto che l’operazione è considerata necessaria per evitare la frana.

Il sindaco di Mori sta con la Provincia. La minoranza del Consiglio comunale di Mori (Nicola Bertolini, Bruno Bianchi, Renzo Colpo, Paola Depretto, Fiorenzo Marzari e Crtistiano Moiola) espone ora le proprie ragioni:

LA RISPOSTA AL SINDACO E AL PD

«Viste le dichiarazioni apparse sulla stampa di oggi, del sindaco Barozzi e del segretario provinciale del Pd Italo Gilmozzi, rammarica vedere che i consiglieri, rappresentanti delle istituzioni, abbiano avvallato questa azione, ci sentiamo in dovere di replicare unitariamente come consiglieri di minoranza».

ACCUSE A COMUNE E PROVINCIA

«Riteniamo gravissime, non corrispondenti alla verità dei fatti, strumentali e provocatorie le riscostruzioni della vicenda fatte da Barozzi e Gilmozzi, atteggiamento che potrebbe, questo si, esasperare gli animi. Noi consiglieri di minoranza abbiamo da sempre lavorato nel rispetto delle istituzioni e del ruolo di corresponsabilità che i cittadini ci hanno affidato e continueremo a farlo. Riscontriamo invece un atteggiamento di totale chiusura, antidemocratico, ad ogni confronto reale da parte delle amministrazioni comunale e provinciale».

IGNORATE LE SOLUZIONI ALTERNATIVE

«Basti pensare - prosegue la nota - che mercoledì sera, in un auditorium strapieno di cittadini, venivano presentate le soluzioni tecniche alternative ed in tutta risposta il giorno dopo riprendevano i lavori del cantiere alla presenza di centinaia di agenti delle forze dell’ordine».

USO DELLA FORZA

«Noi consiglieri, nel pieno rispetto del personale delle forze di polizia che svolge il proprio compito, riteniamo che questa sia stata un risposta antidemocratica ad un legittimo dissenso dei cittadini. Precisiamo che, per quanto di nostra conoscenza e di pubblico dominio, dall’inizio delle proteste, non vi è stato alcun episodio di violenza, vandalismo o aggressione che possa in alcun modo giustificare un tale spiegamento di forze».

VALUTARE LE RELAZIONI DI ALTRI ESPERTI

Chiediamo che tutti gli elementi di novità, certificati da esperti di indubbia fama e capacità, siano adeguatamente valutati e discussi in tutte le sedi competenti. A questo proposito chiederemo la convocazione di un apposito consiglio comunale.


 

Dopo lo sgombero i cittadini della «Tribù delle Fratte» proseguono la loro battaglia contro la «distruzione di un pezzo importante della terra di Mori».

Lo fanno con una protesta silenziosa: una fiaccolata, in programma stasera per le vie del centro. Una fiaccolata che arriva dopo che la Triubù si era fatta sentire fuori e dentro il Municipio, con uno striscione appeso fuori dal palazzo (leggi i dettagli in edicola)

Partenza alle 18. «Passeremo anche sotto le finestre del Comune - racconta Mauro Bruschetti, che è anche militante del Movimento Cinque Stelle, forza politica che si è opposta anche in Consiglio comunale all’intrevento delle ruspe - C’è tanta tristezza. Ho visto anziani piangere guardando i primi colpi di ruspa delle Misconel (una delle ditte che lavorano sul cantiere moriano, ndr)».

«Hanno iniziato distruggendo anche la scala con sassi a vista, fatta da un pensionato della zona. Poi hanno demolito una fontana (è la fontana Bazzanella Arpalice, 1930) che portava le firme di chi l’aveva fatta». «Sono momenti tragici che neanche si trovano le parole. Si è tristi e arrabbiati perché vedi che le istituzioni pubbliche non sono dalla tua parte».

Giovedì si è tenuto lo sgombero e sono ripartiti i lavori.  Ora i cittadini che si oppongono all’intervento parlano della sicurezza degli operai incaricati di occuparsi della costruzione del vallotomo. Un tema che è stato il filo rosso della manifestazione sul cantiere moriano, poco prima dell’allontanamento operato dalle forze dell’ordine.

Nella Tribù delle Fratte hanno del resto un ruolo importante anche Federico Menegazzi e Anna Mentesana, rispettivamente funzionario sindacale Usb (Unione sindacale di Base) e coordinatrice sindacale Usb, che hanno formalizzato una richiesta di incontro urgente all’Uopsal, il Dipartimento di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro.

L’obiettivo è quello di avere un incontro per discutere della sicurezza degli operai alla luce della relazione di Gian Paolo Giani e dei progetti alternativi al vallotomo che la Tribù ha messo sul piatto a luglio e l’altro giorno ribadito con i propri tecnici. «Utile a noi - scrivono nella richiesta - per capire quali soluzioni sono state addotte da Misconel per garantire l’incolumità dei dipendenti».

La richiesta è firmata non solo dai due sindacalisti, ma anche da Emilio Piccoli in rappresentanza della Tribù e dal consigliere comunale pentastellato di Mori Renzo Colpo. Proprio Colpo, giovedì mattina, dal megafono della manifestazione ha chiesto al capo cantiere di visionare il piano di sicurezza della ditta e, seppure rassicurato verbalmente che tutto è in regola, chiederà accesso agli atti come consigliere. Menegazzi al megafono urlava: «Operai, lavoratori, a rischio della propria vita che non sanno se domani saranno a casa dai loro figli.

Gli operai stanno subendo senza nemmeno sapere bene a cosa vanno incontro, non vogliamo morti bianche qui a Mori. Siete nei nostri pensieri ogni giorno». Loro, gli operai, agli slogan dei manifestanti hanno fatto sopra un bonario sorriso (senza mancare di rispetto a nessuno, ci mancherebbe): «Più che tranquilli andiamo in cantiere - spiegano - a tutti il loro lavoro, noi siamo professionisti del nostro».

Lapidari, ma chiari. I manifestanti mettono in dubbio la condizione degli operai, la Provincia risponde tramite l’ingegnere Devigili, responsabile del cantiere del vallotomo: «La sicurezza degli operai è la nostra prima preoccupazione e in tal senso abbiamo pianificato tutta l’attività e la presenza per garantire alle maestranze la sicurezza. Ci sono due sistemi di monitoraggio dell’ammasso, abbiamo un responsabile della sicurezza. Posso garantire che c’è un’attenzione al di sopra delle attenzioni consuete di altri cantieri».


 

Qui sotto il volantino della Tribù delle Fratte:

 

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