Valica le Alpi a piedi con un asino

Tappa a Folgaria per l'ingegnere di 28 anni partito da Bologna

di Tiziano Dalprà

Giovanni Bosco Iafrate è un giovane ingegnere cartotecnico emiliano di ventotto anni. Fin da bambino ha sognato di attraversarle Alpi a piedi in compagnia di un quadrupede. «Annibale lo fece con gli elefanti, io lo voglio fare con un asinello», spiega.

La sua è un'avventura da raccontare. Un'avventura inziata qualche settimana fa quando la famiglia di Orlando e Anna, due bolognesi, procura un asinello a Bosco. Lui s'innamora. «Chicco san D'Anor», questo è il nome dell'asinello, è meraviglioso. «Siamo partiti da Bologna alla volta del lago di Costanza, seguendo in gran parte il sentiero europeo E5» racconta Giovanni. A Mantova uno stop forzato, per un piccolo infortunio al somaro. Sette giorni di riposo e di amorevoli cure. Ma Chicco è forte come la roccia mochena e si rimette in sesto. «La solitudine non esiste, Chicco è un ottimo amico di viaggio». Si viaggia sulle strade sterrate, si fotografano anfratti, camminamenti, si percorrono i territori che portano incavate come ferite le vestigia della Grande Guerra. Monti e valli, pioggia e sole, si cammina per raggiungere la meta. Spesso i sentieri sono stretti, spesso pericolosi. Ma si va. Il viaggio è contornato da momenti di assoluto riposo. 

Bosco e Chicco vivono in simbiosi, anche di notte dormono insieme e sotto il cielo di stelle. «Viviamo il tempo senza fretta». Ed il tempo, passo dopo passo, li ha portati l'altro giorno in quel di Morganti (Folgaria), nella fattoria di Alberto Dorigatti. Roberto (tredici anni), il figlio di Alberto, appena ha intravisto questi due viandanti ha aperto le porte di casa, ha cenato con loro, ha preparato la stalla per Chicco ed un accogliente letto di fieno per Bosco. «È stato eccezionale, come tutti i bambini che mi hanno seguito in questo ultimo tratto di strada. La famiglia Dorigatti mi ha ospitato come si ospita un fratello e questo senso di umanità è qualcosa che bussa alle porte del cuore» racconta un po' commosso l'ingegnere. «Quando ero bambino come mio figlio anch'io in una giornata d'estate ho seguito un pastore cimbro sulle vette e lungo le montagne - ricorda Alberto -. Quando ho visto mio figlio arrivare con Bosco ed il suo asinello il ricordo è corso a quel tempo».

È già ora di ripartire. Il viaggio è lungo per Bosco e Chicco, il lago di Costanza è il richiamo dell'alba. Nel mondo della modernità assoluta, un ragazzo bolognese ed un somarello rappresentano il tempo da vivere lentamente, gustando il suo sapore, la sua magica interazione con le emozioni ed i sentimenti. L'orologio segna mezzogiorno , l'acqua scende dal Centa, in alto un aquila osserva che tutto sia a posto. Buon viaggio.

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