Riapre il Murphy's pub. «Torneremo alle origini»

Il locale di Mori in stile irlandese era stato chiuso nel febbraio del 2011

di Laura Galassi

Il vecchio Murphy's di Mori riapre. A cinque anni esatti dalla chiusura del famoso locale irlandese, la notizia della serata inaugurale del 25 febbraio ha fatto rapidamente il giro del web: l'evento su Facebook ha avuto migliaia di visualizzazioni, ha raccolto centinaia di partecipanti e decine di commenti nostalgici.

Il tam tam è la prova evidente di quanto il pub sia rimasto nel cuore dei lagarini. In questi 1.825 giorni (il conteggio è riportato sulla pagina dell'evento) dietro le serrande di via Filzi tutto è rimasto uguale: i divanetti accoglienti, il bancone con le spine della Guinness, gli arredi ricercati e le freccette. E giovedì prossimo ad accogliere gli avventori ci sarà l'atmosfera dei primi anni, quella delle lunghe chiacchierate, della pinta di birra in tranquillità e della musica folk in sottofondo.

Il gestore è sempre lo stesso, quel Tiziano Sessa che pochi mesi fa ha voluto ritornare a Mori con il Tex Mex in via Viesi. Proprio l'esperienza, positiva a suo dire, del ristorante messicano, lo ha spinto a fare il grande passo, dopo la chiusura burrascosa a febbraio 2011 per problemi di vicinato, con tanto di rilievi dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (Appa). Gli ispettori avevano riscontrato valori di emissioni sonore sopra i limiti e per questo il Comune era stato costretto a inviare una sanzione a Sessa, chiedendo contestualmente l'insonorizzazione della terrazza.

L'imprenditore, a quel punto, costretto a ridurre l'attività esterna, aveva deciso non solo di chiudere baracca e burattini nell'irish pub, ma anche di smantellare l'attività bavarese dell'Hexenstube, concentrando le sue energie sul Mammamia di Arco e sul Tex Mex di Nago. «I clienti storici continuavano a chiedermi perché non ci riprovassi e vederlo pieno di polvere mi rattristava parecchio», ammette l'imprenditore. «Non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa: mi sembra di capire che sono diverse le generazioni che hanno amato quel posto».

L'opening night del 25 febbraio inizierà alle 20.30: dietro il bancone ci saranno alcuni dipendenti storici (ma niente Conor, il barista irlandese), ma anche volti nuovi. «Vogliamo accentuare l'impronta irish, tornare alle origini, con un'atmosfera più raccolta, le degustazioni e aperture limitate. Ci piacerebbe anche tornare ai live», precisa Sessa.

Tutt'altro spirito rispetto agli ultimi anni, quando le serate a tema venivano prese d'assalto da molti giovanissimi, la musica seguiva le ultime hit parade e il chiasso all'esterno aveva indispettito i residenti del condominio. «Non vogliamo creare problemi, cercheremo il dialogo. Forse in passato potevamo fare qualcosa di più. Rispetto a cinque anni fa siamo maturati», assicura l'imprenditore, che per iniziare col piede giusto ha eliminato la terrazza. «L'importante è non fasciarsi la testa prima di iniziare. Faremo le cose per bene, perché in questi anni molte cose sono cambiate, anche le persone sono diverse», aggiunge Sessa.

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