Campi incolti in Vallagarina? Nuova vita con il peperoncino

È nata qui l'associazione trentina più "piccante"

di Luisa Pizzini

Se pensate che la Vallagarina sia una terra vocata all’agricoltura principalmente per il buon vino che vi si produce da secoli, sappiate che tra i prodotti tipici di questa terra a breve potrebbe essere annoverato addirittura il peperoncino. Ebbene sì, le prime coltivazioni «estensive» di questa pianta hanno dato buoni risultati, tanto che i pionieri di quest’avventura hanno già costituito l’«associazione peperoncino Trentino» allo scopo di creare una rete tra coltivatori ed appassionati.

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La passione per il peperoncino è il vero motore di questo progetto, ancora tutto in divenire. È l’anello di congiunzione che lega i due soci che per primi hanno scommesso su quest’avventura, due personaggi noti in Vallagarina. Si tratta di Maurizio Zanghielli, istrionico attore e ideatore di spettacoli e progetti teatrali, e Andrea Vergari, tra i fondatori della Vulnerabile confraternita dello Stofiss dei frati.

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Perché piantare il peperoncino in Vallagarina, Zanghielli?
Noi, io e l’altro socio Andrea Vergari, siamo amanti del peperoncino e siamo venuti a contatto con alcune persone che ne coltivano cento varietà sul balcone di casa, a Rovereto. Tutto è partito da lì. L’abbiamo sempre mangiato ma ad un certo punto ci siamo anche chiesti da dove arrivava.
Già, da dove viene?
Il 70 per cento della produzione italiana viene imporata. Allora abbiamo detto: proviamoci.Detto, fatto. E così lo coltivate, ma non soltanto per il vostro consumo.
Produciamo i semi, li piantiamo, raccogliamo i peperoncini e poi li lavoriamo per rivenderne il prodotto finito, nelle sue diverse forme. Secco, nelle salse o fresco, ad esempio.
Nell’immaginario collettivo il peperoncino viene associato al sud, invece cresce bene anche alle nostre latitudini?
Eccome. Noi lo coltiviamo a 500 metri d’altezza. A Folaso, in quel di Isera, inizialmente. Poi anche a Brancolino, Pedersano e Noriglio. E siamo stati contattati anche da persone interessate a coltivarlo. L’unica cosa di cui ha bisogno è l’acqua. Vogliamo puntare sul fattore salutistico perché forse non tutti sanno che il peperoncino ha molte proprietà, tante e a buon mercato tra l’altro. E perché sia più salutare stiamo cercando di trasformare i nostri in campi biologici.
Quante varietà coltivate?
Tra le nostre quattromilacinquecento piante abbiamo quaranta varietà diverse.

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Quaranta? Dal più al meno piccante?
No. Sono tutti di piccantezza medio-bassa, perchè la gente lo deve gustare, non deve per forza soffrire. Si differenziano soprattutto per i profumi. Il peperoncino è un insaporitore unico, puoi fare a meno del sale quando lo usi. L’abbiamo dimostrato anche agli svedesi ed ai norvegesi che vengono in Vallagarina con la confraternità dello Stofiss: con l’occasione gli mostriamo le nostre coltivazioni.
Quando si semina il peperoncino?
Ai primi di maggio e il raccolto inizia a metà agosto. In questi giorni stiamo ancora raccogliendo ed in questa prima stagione abbiamo prodotto tra i 12 ed i 13 quintali.

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