Addio alla privacy, meglio la sicurezza

di Nicola Guarnieri - NO

Altro che privacy, che intimità da difendere e filosofia del «maso chiuso»: i quasi centomila cittadini della Vallagarina hanno deciso di togliersi il velo e farsi guardare dal Grande Fratello ogni ora del giorno e della notte. Pazienza, quindi, per il bacio rubato: meglio tutelarsi e mandare al diavolo i malintenzionati. È un po' «rustico» ma il concetto è questo: sono un centinaio, un numero impressionante anche se percentualmente «irrisorio», i residenti tra i Murazzi e Borghetto che hanno chiesto alla Provincia e alla Comunità della Vallagarina i contributi per sorvegliare le proprie abitazioni. Attenzione, perché non si tratta di aziende o uffici troppo spesso in balia dei ladri ma di privati, persone che quando subiscono un furto spesso non riescono nemmeno a riprendersi dallo choc. Perché poco importa l'entità del bottino che i banditi di turno riescono ad arraffare ma di una violazione della serenità domestica. Proprio per questo la Provincia, l'anno scorso, ha stanziato dei fondi per contribuire al controllo del territorio attraverso l'installazione di telecamere. E i lagarini, come detto, hanno risposto in massa all'«appello» chiedendo di installare davanti a casa l'occhio elettronico per filmare i malintenzionati ma, più che altro, per scoraggiare eventuali intrusioni.


A giudicare dal numero di richieste, quindi, il grado di «sicurezza percepita» fa suonare il campanellino d'allarme. Perché 95 domande su una popolazione di quasi 100 mila abitanti rappresenterà pure l'1 per cento complessivo ma, numeri a parte, è un segnale di disagio che la politica non può certo ignorare. All'ex Comprensorio di via Tommaseo, per capirci, sono state depositate quasi cento richieste di contributo per l'installazione di impianti di allarme e videosorveglianza della prima casa di abitazione, sulla scorta dell'articolo 54 della legge provinciale del 22 aprile scorso. L'attuazione della legge provinciale è stata approvata definitivamente dalla giunta Rossi il 15 dicembre e a gennaio si sono aperti i termini per la presentazione delle domande da parte dei privati cittadini. La stessa Provincia ha stanziato all'uopo 500 mila euro da suddividere tra tutte le Comunità di Valle del Trentino. La spesa massima ammessa è di 4 mila euro rispetto alla quale verrà erogato un contributo a fondo perduto pari al 40% (1.600 euro quindi). Al di là del finanziamento pubblico - che non riguarda aziende o edifici comunali ma abitazioni private - la corsa a difendersi dai balordi di turno registra una preoccupazione dilagante che spesso viene presa sotto gamba. Perché la rinuncia alla propria intimità è un passaggio emotivo e sociale epocale e denota una paura concreta tra la gente rispetto ai crimini comuni come i furti. I reati contro il patrimonio, come li cataloga il codice penale, tornano ai primi posti tra i disagi percepiti dalla comunità e, non a caso, la Provincia ha stanziato un piccolo fondo per venire incontro alle esigenze di sicurezza. È un primo passo ed è pure allarmante: se per garantirsi la serenità domestica si è costretti a ricorrere al Grande Fratello evidentemente c'è qualcosa che non va.

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