Nuovo bacino artificiale alle Viote Rigotti: "Costerà 5 milioni di euro lo faremo a nord del parcheggio"

di Domenico Sartori

Fulvio Rigotti è l’ingegnere che guida da anni, da presidente e amministratore delegato, Trento Funivie spa. «Posso assicurare che sono state valutate più ipotesi e che c’è stata una condivisione anche con realtà e organismi attentissimi alla dimensione ambientale, e da questi ambiti sono arrivati apprezzamenti per l’ipotesi di bacino artificiale sul Bondone. E questo spiega» commenta soddisfatto «la grande maggioranza che alla fine si è espressa in consiglio comunale (per l’inserimento nel Prg, ndr) a favore dell’intervento».
Presidente Rigotti, partiamo dal bisogno di acqua sul Bondone. Quali studi avete in mano?
«Molteplici, fatti da noi e prima ancora dall’ex Sit e da Dolomiti Reti. Sono stati utilizzati anche dei traccianti, per capire dove finisca l’acqua del rio Vela, che ad un certo punto sparisce, ma con scarsi risultati. Finisce nell’Adige, ovviamente, ma non è chiaro da quale versante: il Bondone è una montagna carsica. Certo è che, per litri al secondo, non ci sono sorgenti significative, né verso Garniga, né verso Lagolo, né verso Sardagna, adeguate a garantire l’innevamento».
Quanta acqua serve a Trento Funivie?
«Per innevare tutto il sistema della piste e gli anelli del fondo alle Viote, 300 mila metri cubi all’anno. Il fondo assorbe circa 10-12 mila metri cubi : senza l’innevamento artificiale, quest’anno, non si sarebbe fatto nulla. Per garantire l’avvio della stagione, servono 150 mila m³ di acqua».
Che fine farà il bacino attuale di Mezavia?
«Ha una capacità di 60 mila metri cubi, ma è vecchio, realizzato nel 2001-2002, e inadeguato, anche tecnologicamente, pieno di falle...».
Allora sarà chiuso e l’area ripristinata?
«No. L’idea è utilizzarlo come “polmone” di riserva».
Che dimensione avrà e dove sarà realizzato il nuovo bacino?
«Sono state vagliate diverse ipotesi di localizzazione. Quella che risulta ottimale, che non interferisce con altre attività, è a nord del parcheggio delle Viote, a circa 200 metri, in una conca naturale sotto la strada. La capienza sarà di 150 mila metri cubi. Avrà una dimensione tra 1,5 e 2 ettari. La modifica del Prg serve per inserire l’area neve e poter poi progettare. Dagli studi fatti, non sussistono problemi di tipo idrogeologico. Ma si tratta di studi preliminari».
Quali sono i costi previsti e quali i tempi di realizzazione?
«A grandi linee, serviranno circa 5 milioni di euro. I tempi di realizzazione sono rapidi: un’estate, massimo due. Ma il problema è avere prima le autorizzazioni e trovare i fondi».
Lo “paga” in gran parte la Provincia...
«Se ci sarà la modifica del Prg, sarà fatto un progetto definitivo, ci sarà una valutazione dell’impatto economico-finanziario e si troveranno le risorse. Essendo il Bondone una stazione di interesse locale, il contributo della Provincia arriva fino al 90%. Attualmente il plafond è di 2 milioni di euro, quindi - oggi- il contributo arriverebbe a 1,8 milioni. Ma si vedrà».
Da dove sarà presa l’acqua e quale uso, oltre che per i cannoni da neve, ne sarà fatto?
«Già oggi, l’acqua del bacino di Mezavia è utilizzata per irrigare campi e orti di Sopramonte, in caso di emergenza, come nell’estate 2017, asciutta, senza precipitazioni. È acqua non potabile, ma pulita. L’acqua sarà accumulata nei periodi piovosi, per caduta, e attraverso pompaggio dal rio Vela, e gli usi saranno diversi: oltre che per l’irrigazione, anche del vicino giardino botanico se serve, anche per l’antincendio e l’abbeveraggio degli animali».
Restano, intatte, le critiche sull’impatto ambientale...
«Ogni intervento umano sull’ambiente ha un impatto. Dico che non sarà seguita una logica “industriale”: sarà un bacino reso il più naturale possibile, come è stato fatto per Montagnoli a Madonna di Campiglio e a Passo Coe, a Folgaria, fruibile dai turisti in estate».


 

LEGGI ANCHE: Bufera sul nuovo "laghetto"  

comments powered by Disqus