Funivia del Bondone, il comitato replica ad Andreaus

È un Bondone «per tutte le stagioni» quello su cui punta il Comitato per il Sì alla Funivia Trento-Bondone. «Il silenzio, l’aria salubre, un parco periurbano senz’auto. In sostanza il bien vivre» evidenziano Sergio Costa, Alberto Barbieri, Alberto Pedrotti ed Elisabetta Zanella, che si fanno portavoce dei 4mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione a favore del collegamento funiviario.

«Chi può immaginare ora quanto sia disposto a spendere un turista o cittadino che cerca proprio questo? Le statistiche ci dicono: sempre di più» sottolineano in risposta ai dubbi espressi da Michele Andreaus, professore ordinario presso il Dipartimento di economia e management dell’Università di Trento (potete leggerlo qui, o nella nostra sezione “editoriali”). Mentre nessuna eccezione è sollevata in merito alla sostenibilità finanziaria, tra le perplessità del docente c’è «il fine del collegamento, il contesto in quale questo investimento è calato». «In altri termini, esso è il fine o strumento? L’obiettivo dello sviluppo strategico del Bondone e della città di Trento è avere un collegamento funiviario?» sono alcune delle domande che si pone Andreaus.

«La funivia è un mezzo e non un fine, ovviamente: si può paragonare ad una strada, un tunnel, una connessione. Le ricadute sono indotte ed estese oltre le nostre più dettagliate ipotesi. E non sono solo economiche, ma sociali, urbanistiche, di qualità di vita» è la risposta del Comitato per il Sì alla Funivia, che chiede l’inserimento della linea nel Prg «come atto politico di approvazione e buona intenzione», in quanto «condizione indispensabile per iniziare a raccogliere fondi e smettere di parlare di aria fritta». «La miglior garanzia di sostenibilità economica è la possibile presenza dei privati negli investimenti. Saranno i primi a rinunciare se il piano non regge» viene sottolineato in un documento, ricordando che «la costruzione dell’impianto è stata già infatti analizzata in maniera puntuale da ogni angolazione possibile (turistica, economica, sociale) e contestualizzata nel sistema Bondone. Solo per citare alcuni interventi sul punto: il menzionato studio di Trentino Sviluppo, redatto da professionisti che realizzano opere simili ogni anno, il Masterplan dell’equipe coordinata dall’architetto Oliveri, composta da economisti, giuristi, urbanisti. Esiste addirittura uno studio universitario redatto da un collega del prof. Andreaus, il prof. Umberto Martini».

Sulla questione sostenibilità, il professor Andreaus propone due calcoli: 17 euro a testa per salire sul Bondone in funivia, più il prezzo del giornaliero in alta stagione rappresentano un costo per famiglia (185 euro per due adulti e due ragazzi) pari alla spesa di una giornata sugli sci sulle Dolomiti o a Campiglio. Ma il Comitato per il Sì propone un’altra riflessione, improntata sul bien vivre. «Spiace che si continui a fare i paragoni sull’inverno e sulle più blasonate (per ora) stazioni sciistiche - viene evidenziato - Il prodotto turistico del Bondone con la funivia è qualcosa di diverso, un’altra cosa rispetto al passato e all’elenco di modelli già sperimentati ed attuati. Con l’impianto noi stiliamo una nuova ed inedita graduatoria basata sulla frequentazione in tutte le stagioni (...). Siamo assolutamente d’accordo che il piano debba essere “un po’ più robusto che ipotizzare che buona parte dei visitatori di mercatini o del Muse spendano 17 euro a testa”. Ma ciò va inserito nel Piano Turistico comunale in fase di elaborazione. Ci basti sapere, intanto, che la Funivia Trento Sardagna, con la sola presenza di una terrazza panoramica e di un bar, dal 2016 ha visto un incremento del 45% di passaggi. Circa 55 mila persone in più!» Spiegano Costa, Barbieri, Pedrotti e Zanella che «il momento degli studi, dei dibattiti, delle schermaglie è finito, lo dicono i 4mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione indirizzata al nostro sindaco». «Ora è il momento delle scelte - proseguono - Accettiamo anche un “no”, se non ne fossero convinti. Purché il diniego sia immediato, abbia un nome e cognome e un’assunzione di responsabilità».

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