Niente resto per il biglietto Costretta a scendere dal bus

Doveva salire sull’autobus che, dalla Bolghera, l’avrebbe riportata a casa sua, in centro, ma non ha potuto utilizzare il mezzo pubblico. Motivo? «Volevo fare il biglietto a bordo, ma avevo 20 euro e l’autista non aveva il resto. A quel punto mi ha detto di scendere», racconta una 56enne di Trento.

La donna, che per spostarsi usa un bastone (ha una patologia che ne compromette l’equilibrio), ieri pomeriggio si è recata alla fermata. «Al mattino - spiega - uso il taxi, perché i mezzi pubblici sono più affollati, ma il pomeriggio invece prendo spesso l’autobus. Però mi ero scordata di comprare il biglietto e così ho chiesto di farlo a bordo». A fronte di un costo di 2 euro, la donna ha presentato una banconota da 20. «Prima l’autista mi ha detto di provare a chiedere se qualcuno aveva da cambiarmi, ma non ho trovato nessuno. A quel punto gli ho chiesto cosa dovevo fare e lui mi ha risposto di scendere. Sinceramente mi sembra assurdo - aggiunge - anche perché non c’è scritto da nessuna parte che si devono avere i soldi giusti. E così ho preso il taxi».

Su quanto accaduto risponde il dirigente del Servizio trasporti, Roberto Andreatta: «Dispiace intanto che un utente abbia dovuto prendere il taxi, ma va anche detto che l’acquisto del biglietto sul bus dovrebbe essere l’extrema ratio, visto le molteplici possibilità di pagamento, compreso internet. Inoltre, sia negli ordini di servizio degli autisti che nelle norme generali di contratto - aggiunge - è indicato che l’utenza può ricevere un resto, non oltre una certa soglia, anche per ragioni di sicurezza. E va detto che la pretesa che vengano cambiati i soldi non è giuridicamente fondata: dovrebbe essere l’acquirente ad avere il corrispettivo corretto».

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