Ambiente, Trentino Alto Adige è il più virtuoso secondo Istat

Non un incendio abusivo di rifiuti, né una mafia a lucrare sul loro smistamento. Non un incendio doloso a fini speculativi che sia uno, nessun disastro ambientale - neanche piccolo - e nessuno che traffichi e abbandoni materiale radioattivo: nemmeno a pagarlo. Si direbbero degli onesti cittadini - o dei santarellini, dipende dai punti di vista - gli abitanti delle province di Trento e Bolzano. La percezione di vivere in un'isola felice, anche per quel che riguarda il rispetto dell'ambiente, sembra confermata dai dati raccolti dagli studiosi dell'Istat e pubblicati ieri in un report sui reati contro l'ambiente e il paesaggio. L'Istituto nazionale di statistica ha raccolto e esaminato i dati delle procure di tutt'Italia su un arco di 10 anni (il periodo 2006 -2016), registrando i procedimenti penali che avevano a che vedere con reati ambientali. Ebbene, proprio da quel report emerge una conferma: in Trentino Alto Adige nel 2016, sono iniziati 26 processi per violazioni del Testo unico ambientale, la legge contro gli eco-reati mentre, per dire, sono stati 904 in Campania e 524 nella vicina e ricca Lombardia. Solo la Val d'Aosta fa meglio di noi. Se però andiamo a vedere il dato in percentuale rispetto alla popolazione - il «tasso per 100.00 abitanti», che poi è quello che conta davvero - si scopre che la nostra regione è saldamente in testa alla classifica dei virtuosi. È difficile, guardando i dati grezzi, farsi un'idea sull'andamento della statistica. Anche perché, negli ultimi «l'aumento delle norme a tutela dell'ambiente e la maggior attenzione ai temi ambientali hanno trovato corrispondenza in un maggior numero dei provvedimenti presso le Procure» evidenzia l'Istat. Insomma, in parole povere, bisogna capire se i gli eco-reati aumentano perché si fanno più indagini, perché all'ambiente e alla sua tutela si pensa sempre di più o perché nuove leggi, introducendo nuovi reati, fanno aumentare le statistiche. Senza dubbio, però, è interessante leggerle, queste tabelle, e provare a ricavarne qualche informazione. Sull'incenerimento di rifiuti, per esempio. Negli anni dal 2013 al 2016 ci sarebbe stato addirittura un solo caso in provincia di Trento, contro i 30 della Sicilia o i 42 della Campania solo nel 2016. Abbastanza eclatante. Interessate anche il dato sulle violazioni in materia di acque reflue, ossia l'acqua utilizzata nelle case, nell'industria o in agricoltura, che non può essere scaricata direttamente nell'ambiente senza essere stata prima depurata. Tra il 2006 e il 2016, i casi portati in tribunale - in percentuale sul numero degli abitanti - sono aumentati a livello nazionale dallo 1,46% del 2007 al 1,63% del 2016, e ridotti a livello regionale dal 2,63% allo 0,09%. La nostra regione è invece in linea con la media nazionale per quel che riguarda i reati nell'ambito della gestione dei rifiuti, che si attesta tra il 7 e il 10% ogni 100.000 abitanti. Si contano sulle dita di una mano anche i casi trentini di trasporto non autorizzato di rifiuti, espressione che non si riferisce necessariamente a loschi traffici mafiosi, ma anche al semplice trasporto occasionale di rifiuti non pericolosi. Ci sono poi i casi di violazione edilizia, incendio boschivo e violazione del vincolo paesaggistico. E qui viene il bello. In provincia di Trento, in media si indaga su una novantina di casi di violazione edilizia all'anno, contro la trentina dell'Alto Adige. Nulla in confronto ad altre regioni, che però non sono paragonabili per territorio o popolazione. Anche gli incendi sono pochi in Trentino, nell'ordine di una dozzina all'anno. E di questi: quanti dolosi? Nemmeno uno.

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