Piazza Dante, Rossi rilancia la casetta per un presidio delle forze dell'ordine

di Luisa Maria Patruno

«Sul tema della sicurezza dobbiamo cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini con dei segnali concreti. La Provincia ha proposto ormai da mesi l’installazione di una casetta in piazza Dante da mettere a disposizione delle forze dell’ordine che presidiano il parco: tocca ora al Comune di Trento realizzare questo impegno».

Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, in questi giorni difficili per la maggioranza di centrosinistra autonomista si trova a considerare come rispondere ai tanti trentini che hanno scelto di votare la Lega alle elezioni politiche preoccupati soprattutto della loro sicurezza quotidiana e della «invasione» non reale ma certamente percepita di immigrati, avvertiti a ragione o a torto soprattutto come una minaccia.

Secondo il governatore Rossi non si può sottovalutare né snobbare la richiesta dei cittadini di sentirsi più sicuri e da qui alle elezioni provinciali di ottobre - pena il rischio di essere puniti nell’urna - la coalizione che è al governo della Provincia deve «rispondere con interventi concreti».

Rossi già l’estate scorsa in uno dei vertici per la sicurezza al commissariato del Governo di Trento a seguito degli ennesimi scontri tra spacciatori e violenze in piazza Dante aveva espresso la disponibilità della Provincia a dare maggiori risorse al Comune per assunzioni e formazione della polizia locale e poi aveva suggerito di realizzare un presidio fisso in piazza da dove a turno le forze dell’ordine avrebbero potuto monitorare in diretta le immagini video riprese dalle telecamere installate in tutta la piazza e in altre zone più a rischio del centro storico. Questa proposta è però rimasta nel cassetto.

Il presidente Rossi in prima commissione del consiglio provinciale ha aperto anche sul tema della legittima difesa, uno dei cavalli di battaglia della Lega in campagna elettorale. La maggioranza ha bocciato, perché già dichiarata incostituzionale dalla Consulta in relazione a una legge del Veneto, la proposta contenuta in un disegno di legge di Nerio Giovanazzi affinché la Provincia si faccia carico delle spese legali ai cittadini sotto processo per eccesso di legittima difesa.
Rossi ha sostenuto infatti che «servirebbe una proposta complessiva che modifichi l’intero impianto normativo esistente sul tema della legittima difesa, tenendo conto del cambiamento dei tempi che stiamo vivendo».

Secondo il presidente della Provincia andrebbe infatti «ridefinita la stessa nozione di legittima difesa in relazione ai casi di eccesso, talvolta giudicati tali anche quando non lo sono. Occorrerebbe un provvedimento legislativo approvato dal Parlamento per evitare che i giudici arrivino a sentenze assurde».

Infine il governatore ha aggiunto di non condividere la parte della sentenza con cui la Corte costituzionale ha censurato la norma del Veneto, laddove nega alle regioni il diritto di intervenire sul tema. A suo avviso infatti le regioni devono poter sostenere le vittime dei reati, istituendo un fondo a favore di chi subisce crimini e violenze.

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