Il viadotto sul fiume Adige perde pezzi Allarme tra i ciclisti: «Pericoloso transitare»

di Domenico Sartori

Non ha usato «sensor civico», o qualche altra diavoleria tecnologica per segnalare la vicenda al Comune di Trento. Ha semplicemente alzato il telefono e contattato il centralino del corpo di Polizia locale Trento Monte Bondone. «Ma non è che ho trovato grande interesse per la mia segnalazione. Anzi, ho avuto la netta impressione che la cosa non suscitasse l’attenzione che merita. Perché lì, a mio avviso, c’è una situazione di pericolo».

GUARDA LE IMMAGINI

Trento, il viadotto perde i pezzi



Il pericolo in questione, secondo il lettore che ha «girato» al giornale la segnalazione, con le relative foto, all’Adige, è rappresentato dallo stato, che definire «problematico» è un eufemismo, del viadotto della tangenziale di Trento sul fiume Adige. «Avevo deciso di fare una pedalata sul nuovo tratto di ciclabile in destra Adige» racconta. ll tratto di pista in questione è quello nuovo, aperto quest’anno, che il Comune di Trento ha realizzato per garantire un rapido collegamento verso Ravina. Dal Muse, basta attraversare la passerella, e imboccare la pista oltre il fiume all’altezza della centrale di trigenerazione che porta calore al quartiere Le Albere: le tubature sono rette proprio dalla passerella sul fiume.

Nel percorso in andata, però, il nostro lettore di nulla s’è accorto. È stato al rientro, dopo avere imboccato la ciclabile al ponte di Ravina, che ha visto lo squarcio, il «buco»: «Un intero blocco di cemento era caduto a pochi metri dal nastro d’asfalto della ciclabile. Un secondo, in direzione del fiume, è caduto un po’ più in là». Sul terreno, ancora lì, i resti sbriciolati dei pannelli in cemento che tamponano la struttura del ponte sotto la ringhiera di protezione.

«Sotto il ponte» racconta il nostro lettore «c’è anche un piccolo ritrovo di fortuna. Ma chi dorme lì sotto, non si rende conto che rischia la vita. Voglio solo segnalare che diventa pericoloso transitare sulla ciclabile, se questo è lo stato del viadotto. Sul pannello sopra la pista, hanno piazzato delle regge zincate, che però non danno garanzia. Spero che chi di dovere intervenga».

Contattiamo il Comune, che ha realizzato la pista ciclabile. «Farò un sopralluogo in zona» dice l’ingegner Bruno Delaiti, dirigente del Servizio opere di urbanizzazione primaria «poi sarà mio compito avvisare il Servizio gestione strade della Provincia, proprietaria responsabile del viadotto». Dal Servizio gestione strade spiegano di avere la «situazione sotto controllo. C’è già una squadra pronta ad intervenire con una piattaforma area per controllare lo stato del ponte. Dopo, sarà possibile valutare come intervenire». L’ingegnere del Servizio strade aggiunge inoltre: «Noi facciamo il possibile per tenere sotto controllo e garantire la manutenzione di ponti. E siamo convinti di farlo meglio che in altre regioni. Ma, appunto, facciamo il possibile».
Il «possibile», sotto il viadotto, è garantire - presto - la sicurezza di chi transita sulla ciclabile.


40 MILIONI PER METTERE IN SICUREZZA 130 PONTI

È una questione di tempi e insieme di risorse. Nei giorni caldi, in agosto, della sorpresa di Strembo, dove il ponte della circonvallazione, di continuo monitorato dal Servizio gestione strade, è improvvisamente collassato, la Giunta provinciale ha approvato il sesto aggiornamento del Piano degli investimenti per la viabilità 2014-2018. La decisione è quella di mettere in sicurezza 130 ponti, con interventi urgeti per 40 milioni di euro, spalmati su cinque anni. I primi tre interventi di rilievo, per i quali la Giunta ha stanziato 10 milioni di fondi europei destinati ai rischi sismici sulla rete stradale provinciale, riguardano il viadotto «Crozi» sulla ex Statale 47 della Valsugana a Ponte Alto (4 milioni), il viadotto «Tamarisi», sempre sulla 47, a Pergine (5 milioni) e l’adeguamento sismico del sovrappasso di Cavona all’intersezione tra la statale 47 e la tangenziale di Trento. Che, con la statale 47, è ritenuta stragegica. Tant’è che, vista l’importanza, la loro messa in sicurezza sarà inserita anche nel Piano di protezione civile in fase di elaborazione. Per altro, della trafficata e pericolosa tangenziale di Trento, si sta occupando anche Autostrada del Brennero spa. Nei giorni scorsi, è stato il direttore di A22, Carlo Costa, a spiegare che - accanto ai grandi progetti legati alla nuova concessione, che prefigurano nuove gallerie autostradali e le attuali corsie cittadine trasformate in nuova circonvallazione cittadina - la spa ha messo in programma altri interventi «funzionali» all’arteria autostradale, tra cui la messa in sicurezza della tangenziale di Trento, con il suo allargamento e l’adeguamento degli svincoli di accesso, la ristrutturazione del viadotto «Vela» e il rifacimento del viadotto di Canova. Ma questi sono interventi che richiedono tempi medio-lunghi e che saranno realizzati una volta ottenuta la concessione trentennale. Il viadotto della tangenziale sul fiume Adige richiede invece un intervento urgente.

comments powered by Disqus