Gardolo, dopo 7 anni di coma si è spento Andrea Spagnolo

di Leonardo Pontalti

Il cuore di Andrea Spagnolo si è fermato nel pomeriggio dell’altro ieri. Quarantacinque anni, viveva in via Bolzano ed era un conosciuto e apprezzato esercente. Da sette anni era costretto in un letto della Residenza sanitaria assistenziale «Margherita Grazioli» di Povo. Un’attesa silenziosa, una battaglia che con il passare del tempo era diventata sempre meno contro le sue condizioni e sempre più contro una quotidianità fatta di sofferenza.

Tutto dopo un arresto cardiaco che lo aveva colpito mentre, nel 2010, si trovava in ciclabile.

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Andrea Spagnolo, classe 1972, era originario di una famiglia veneta, di Asiago, ma era cresciuto a Trento, città che aveva lasciato solo per ultimare gli studi alla scuola alberghiera di Tonezza del Cimone.
Era tornato nel capoluogo subito dopo, dapprima per il servizio militare, poi per le prime «stagioni», che affiancava all’attività di rappresentanza per una ditta di distributori automatici.

Nel 1995 era riuscito a coronare il suo sogno, iniziando a gestire il «Picaro» di via San Giovanni: «Lui si era sempre sentito barista e rilevare il locale era stata davvero la realizzazione di un sogno che aveva coltivato fin da quando aveva scelto l’alberghiera», racconta la moglie Antonella, che Andrea aveva conosciuto una volta tornato in città.

Nel 2001 Andrea Spagnolo aveva deciso di cambiare, lasciando il «Picaro» e dedicandosi per qualche anno unicamente all’attività di rappresentante. Poi, il ritorno dietro al bancone, questa volta non in un pub ma in una caffetteria. Aveva gestito, infatti, la «Casa del caffé Dersut» di via delle Orfane, questa volta affiancato proprio da Antonella. Una dimensione professionale più «tranquilla» ma che stava dando comunque soddisfazioni ad Andrea, che in poco tempo si era fatto apprezzare anche da tutti i colleghi e dagli altri commercianti della zona.

Poi, sette anni fa, l’incidente.

«Per i primi due anni sembrava vi fosse la speranza di piccoli miglioramenti, poi invece la situazione è rimasta purtroppo stabile, fino al peggioramento dell’ultimo mese e mezzo», racconta la moglie, che dopo l’incidente aveva resistito dieci mesi dividendosi tra il locale di via Orfane e la presenza affettuosa, quotidiana, a Povo accanto ad Andrea. «Poi avevo dovuto mollare il locale, cedendolo ad altri, per stare accanto a lui».

Tra gli ultimi a salutare Andrea Spagnolo, uno degli storici commercianti della zona di via Pozzo e di Santa Maria Maggiore, Mario De Boni: «Sono passato da lui ieri mattina (domenica, ndr) era una persona fantastica. Avrà sofferto tanto, lui così dinamico, in questi anni».
«Era una persona sportiva, attiva, aveva uno sguardo sempre sorridente, perfino nello sguardo. Lo vogliamo sempre ricordare così, sorridente, felice», ha sottolineato Antonella.

A lei, ai figli Thomas e Martina, alla sorella ed ai genitori Corrado e Gigliola si stringeranno in tanti, domani alle 15, quando si terrà il funerale, al cimitero del capoluogo in via Giusti.

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