Rimpasto a sorpresa per il sindaco Andreatta Upt all'angolo, ipotesi Uez (Patt) al bilancio

di Domenico Sartori

Qualcuno, ieri, in Consiglio comunale, rivangava il 1999. Il nuovo sindaco Alberto Pacher pronto a varare la sua prima Giunta. La sera i giochi paiono fatti. C’è già chi brinda, tra questi il verde Aldo Pompermaier e l’autonomista Alberto Pattini (candidato per l’Asar), che però vengono giubilati nottetempo. Assessori la sera, semplici consiglieri il mattino dopo. Risveglio amaro.

Ecco, ieri, la sensazione era proprio questa: che la notte del rimpasto porti sorprese. Tra queste l’«ipotesi 3», emersa nel tardo pomeriggio: l’autonomista Tiziano Uez, consigliere ribelle che dichiaratamente (onore al merito) ha fatto il franco tiratore facendo andare sotto la maggioranza, che Andreatta nomina assessore al posto di Marika Ferrari. Che è l’unica certezza: sacrificata dal sindaco e prima ancora dal suo partito.

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Fosse in questi termini, il segnale sarebbe forte e chiaro: il sindaco Andreatta «blinda» il Patt, dopo essersi assicurato, comunque, l’appoggio del Pd. Appoggio che il «suo» partito, primo partito di maggioranza, gli ha ribadito il giorno prima con un doppio passaggio, prima nel coordinamento provinciale, poi in quello cittadino. Appoggio «comunque», perché è noto che ad una parte o all’altra del gruppo consigliare le ipotesi fin qui emerse non vanno bene. Ma il sindaco decida in autonomia e affronti la scaletta dei temi che il Pd gli ha presentato: sicurezza, Prg, giovani e cultura, etc. Blindando il Patt, Andreatta manda un messaggio secco all’Upt di Tiziano Mellarini: sono pronto a rinunciare ai voti di Salvatore Panetta e Paolo Castelli. I due consiglieri eletti con il Cantiere civico democratico, stravotati (Panetta il più votato nella lista), entrambi con esperienza di assessore alle spalle, ma «scartati», perché Andreatta gli ha preferito Chiara Maule, nel segno del rinnovamento. Che i due facciano ciò che credono, restino in maggioranza, cambino casacca (ma per formare un nuovo gruppo occorre essere in tre). Non sono indispensabili: con 23 voti (su 40), anziché 25, andremo avanti.

Eppure, in mattinata, aveva preso corpo una seconda ipotesi. Quella che vedeva il sindaco cedere, nel nome della governabilità, all’«azzeramento» chiesto da Mellarini: via, oltre che la Ferrari, sostituita all’assessorato all’ambiente dalla verde Lucia Coppola (a sua volta sostituita da Alberto Pattini alla presidenza del Consiglio comunale, anche Chiara Maule. E dunque posto sicuro in Giunta per Panetta. Ed in più le due deleghe consigliari: una ad Uez sul decoro urbano, l’altra all’alpino Massimo Ducati (del Cantiere) per l’evento adunata nazionale degli alpini del 2018.

Certo, difficile parlare di rinnovamento, di giunta concepita pensando al futuro, per formare una nuova classe dirigente, come è andato ripetendo il sindaco negli ultimi giorni, se si misura la soluzione con la carta d’identità: fuori Maule, classe 1972, fuori Ferrari, classe 1983. E dentro Lucia Coppola, classe 1951, e Panetta, classe 1957. E alla presidenza del Consiglio Pattini, pure del 1951. Ma nel nome della governabilità e del realismo politico... E soprattutto difficile da spiegare, da parte del sindaco, che fino a qualche ora prima, aveva fatto intendere che il «rimpastino» (l’«ipotesi 1») era da preferire: nessun spazio ai due «ribelli» del Cantiere-Upt, fiducia alla Maule che non si tocca, e mera sostituzione della Ferrari con la Coppola e la presidenza dell’aula a Pattini.

L’altro punto fermo è quello che vede il sindaco, qualunque sia la portata del rimpasto, prendersi sulle spalle la delega sul nuovo Prg, lasciando comunque al vicesindaco Paolo Biasioli (Cantiere) l’urbanistica e l’edilizia privata. Del resto, sia il Pd sia il Patt avevano fatto intendere al sindaco che Biasioli poteva essere ancor più «sacrificabile» della Maule. Tutto pacifico? Niente affatto. Perché la «sopresa» Uez apre altre incognite: intanto, quali deleghe gli sarebbero affidate? Si parla del bilancio, che di norma spetta al sindaco, e sarebbe il segno vero della «blindatura» del Patt. Lui, Uez (un passato in Bnl, oggi assicuratore), del resto, dell’ambiente, non sa che farsene.

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Ma, come detto, il segnale all’Upt è chiaro. Mellarini voleva Panetta in giunta, mettendo le mani avanti sul vicesindaco: «Spetta a noi». Mettendo il sindaco in un cul-de-sac: se sacrifica Biasioli per «salvare» Maule, mica può prendersi vicesindaco la stessa o Panetta. Con la soluzione Uez, il mediano Andreatta dice «niente diktat e ricatti» e ributta la palla nella metà campo di Mellarini. Toccherebbe a quest’ultimo prendersi la responsabilità di far «saltare» la coalizione di centro-sinistra autonomista al governo del capoluogo, con l’uscita di Panetta e Castelli. Decisione impegnativa. Sempre che nella notte non spunti un’«ipotesi 4».

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