Casa Bonomelli, aumentati i posti per i senza dimora

di Federico Uez

La casa d'accoglienza Monsignor Bonomelli, struttura del Comune, gestita da Fondazione Comunità Solidale con i contributi della Provincia si trova lungo l'Adige, esattamente in via Lung'Adige San Nicolò, vicino alla motorizzazione.

Al suo interno possono trovare ospitalità serale e notturna temporanea fino a 41 persone, soli uomini, che accedono alla struttura tramite lo Sportello unico, istituito lo scorso inverno; allo sportello la persona può recarsi dal lunedì al venerdì, dalle 14.30 alle 16.00 per un colloquio con gli operatori dell'accoglienza ed entrare in graduatoria per accedere a un posto tra quelli disponibili nelle varie strutture.

Il periodo di ospitalità è di 30 giorni per i residenti e 20 per i non residenti, rinnovabili di 15 in 15, in base alla disponibilità dei posti; di inverno, da inizio novembre, i giorni di accoglienza minima sono stati aumentati.

Nel periodo invernale, come ogni anno aprirà anche il prefabbricato Presa, con 18 posti letti aggiuntivi, posto a fianco della Bonomelli e che verrà gestito dalla stessa Casa d'accoglienza e dagli stessi operatori, che sono 6, compreso il responsabile di struttura; gli operatori, tra le altre mansioni, si occupano anche di attività di sostegno quali ad esempio colloqui individualizzati. Attualmente in Bonomelli è presente anche un ragazzo che sta svolgendo il servizio civile provinciale.

Nella casa d'accoglienza, che in un anno ospita circa 750 persone diverse, spiega Mauro Pizzini, responsabile della struttura, vengono ospitate persone che possono provenire da diversi contesti sociali, con diverse fragilità e spesso è proprio l'unione di più fattori problematici a portare gli individui a vivere questo difficile momento; basti pensare alla concomitanza di eventi quali l'assenza di lavoro, separazione in famiglia, difficoltà legate ad alcool, dipendenze. Sicuramente anche la crisi economica che da qualche anno ha colpito il nostro Paese non aiuta le persone a trovare lavoro e a cercare di uscire da questa condizione.

L'età degli ospiti può variare, dall'anziano al giovane minorenne, inviato dai servizi sociali , così come la provenienza: tanti sono gli italiani, così come anche le persone provenienti da altri paesi. Mauro Pizzini ci spiega che orientativamente la percentuale è del 30% di italiani, 70% di persone straniere. Tra queste ultime poi si possono distinguere anche coloro che sono giunti in Italia molti anni fa, che hanno trovato lavoro, hanno costruito qui la loro vita e nella situazione attuale si trovano ad essere in una sorta di terribile limbo in cui diventa difficile tornare in patria e sentirsi «a casa», come lo è altrettanto se si rimane qui.

Oppure, come ci racconta Pizzini: «Le persone straniere che hanno trovato lavoro qui una quindicina di anni fa, hanno fatto il ricongiungimento famigliare, ma poi a causa della crisi economica hanno perso il lavoro e si vedono costrette a rimpatriare moglie e figli, in quanto non sono più in grado di mantenerli, vivendo un forte sentimento di disperazione».

La casa Bonomelli apre alle 19 per gli ospiti, che hanno tempo per entrare fino alle 22; al mattino, la sveglia avviene presto: infatti entro le 8 tutte le persone devono uscire. Alla Bonomelli è presente un servizio mensa, dalle 19 alle 21.15 gestito in genere da 2 ospiti e dai volontari di Fondazione Comunità Solidale, che sono circa 20, la gran parte giovani universitari e, come spiega Pizzini, hanno un grande valore.

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