Campo Coni, il tornello divide

di Giuseppe Fin

«Riuscire a promuovere lo sport in queste situazioni è impossibile. Siamo demoralizzati e pensiamo che a settembre la nostra attività terminerà». Sono dispiaciuti ma allo stesso tempo molto arrabbiati i responsabili dell'Atletica Clarina. La presidente della società sportiva Luisa Merz e il vicepresidente Geremia Tavernini hanno cercato negli ultimi mesi un dialogo con il Comune di Trento e l'Asis per trovare una diversa soluzione per la gestione del Campo Coni di Trento. Tentativi che sembrano essere andati a vuoto.


Il problema sta nella nuova gestione del campo applicata da Asis. Da gennaio, infatti, per entrare nella struttura c'è la necessità di attraversare un tornello. Una sorta di «macchina infernale» che ha già fatto piangere alcuni bambini che si sono sentiti, nell'attraversarlo, in una sorta di gabbia. Ma accanto a questo, il tornello può essere attraversato solo con un tessera di accesso che deve essere pagata dalla società con tariffe definite «eccessivamente alte». Paradossalmente, hanno spiegato le società sportive, il Campo Coni di Trento è l'unico impianto che richiede il pagamento di un ticket giornaliero.


«Il tornello che è stato messo per entrare al campo - ha spiegato ieri Luisa Merz - è davvero allucinante e una cosa simile non c'è nemmeno in un tribunale. Hanno istallato la lettura delle tessere talmente alta che i bambini riescono appena ad arrivarci e tra un'entrata e l'altra devono passare oltre 8 secondi. Immaginatevi quando abbiamo un gruppo tutto il tempo che perdiamo». La struttura di tornelli metallica non è per nulla funzionale nel momento in cui c'è un forte afflusso di atleti che devono entrare ed uscire. Questo, però, non è l'unico problema visto che tra i punti critici vi è, come detto, anche un piano tariffario troppo pesante per gli atleti e le loro famiglie, tanto che le società sportive stanno mandando i propri associati nei parchi pubblici.


«Nessuno chiede di entrare gratis - hanno spiegato i responsabili dell'Atletica Clarina - ma potrebbero almeno per i bambini fino a 14 - 15 anni stabilire un fisso senza costringerci a fare carte su carte per rinnovare le tessere di settimana in settimana. A noi società servirebbe una persona solo per la tanta burocrazia. Accanto a questo, il cambiamento delle tariffe da parte di Asis è avvenuto nel gennaio 2015 dopo che le società avevano già chiesto alle famiglie la quota di iscrizione in autunno 2014. Ci sono delle famiglie che non riescono più a pagare queste tariffe e le società non ce la fanno ad andare avanti. Facciamo volontariato e in più ci tartassano».
A criticare la gestione del campo è anche Fabio Miorandi dell'Atletica Villazzano. «Le famiglie - ci spiega - non arrivano più a pagare la tessere. Noi stiamo facendo il possibile per promuovere l'atletica tra i giovani ma non ci rendono la vita facile. Ci sono ragazzi che si allenano nei parchi perché per le società è diventato impossibile l'utilizzo di questo campo».
Tutti d'accordo sulla difficoltà di dialogo con l'Asis e il Comune di Trento. «Abbiamo partecipato ad alcuni tavoli - spiegano i dirigenti delle attività sportive - ma era tutto già deciso. Anche l'assessore Castelli ci ha dato picche».

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