Tutto da rifare per il Not: i giudici azzerano l'appalto

Colpo di scena nella tormentata vicenda dell'appalto per la costruzione e la gestione del Not, il Nuovo ospedale trentino. La gara milionaria è tutta, o quasi, da rifare. Il Consiglio di Stato ha di fatto azzerato l’appalto e dunque i tempi di costruzione si allungano ulteriormente Il primo stop del Tar

di Sergio Damiani

not ospedaleColpo di scena nella tormentata vicenda dell'appalto per la costruzione e la gestione del Not, il Nuovo ospedale trentino. La gara milionaria è tutta, o quasi, da rifare. Il Consiglio di Stato ha di fatto azzerato l’appalto e dunque i tempi di costruzione si allungano ulteriormente.

 

A minare le fondamenta di quella che, non solo per gli enormi interessi economici in gioco, è la gara d’appalto più importante mai organizzata dalla Provincia di Trento, è stata la «decapitazione» della Commissione tecnica per la valutazione delle offerte. Due componenti - e cioè la dirigente generale del Dipartimento politiche sanitarie della Provincia Livia Ferrario e il direttore generale dell’Azienda sanitaria Luciano Flor - erano incompatibili.

 

Dunque le valutazioni economiche e tecniche delle quattro offerte presentate dalle cordate in lizza sono di fatto illegittime. Il risultato di tutto ciò è un terremoto che riapre per intero la partita: «Per affetto di quanto disposto - si legge nella sentenza della Terza sezione del Consiglio di Stato - la Provincia può procedere alla rinnovazione delle gara a partire dalla fase di presentazione delle offerte». Di conseguenza è stata annullata anche l’esclusione di Impregilo e Cmb.


I giudici trentini avevano a loro volta dichiarato illegittima la composizione della Commissione, e su questo la sentenza è stata confermata. Il Tar però aveva ordinato una rivalutazione, da parte di una rinnovata commissione tecnica, solo delle offerte rimaste in campo dopo il giudizio amministrativo di primo grado, e cioè i raggruppamenti guidati da Mantovani e Pizzarotti. Si prospettava dunque una partita a due.

 

Il Consiglio di Stato, invece, è andato ben oltre, di fatto azzerando tutto. «La Sezione - si legge in sentenza - ritiene pertanto che non sia possibile procedere, nella fattispecie, ad un nuovo esame, da parte di una nuova Commissione delle offerte tecniche già presentate dalle concorrenti dovendo essere consentita una nuova valutazione di offerte non condizionata dalla conoscenza delle offerte economiche. Ciò - precisano i giudici - può essere reso possibile attraverso la riapertura dei termini per la presentazione di nuove offerte sia tecniche che economiche».

 

Il primo stop del Tar

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