Conigli al cimitero, «il Comune fa lo struzzo»

Alberto Folgheraiter scrive all'Adige per riproporre il problema della presenza dei conigli all'interno del cimitero di Trento. È arrabbiato con il Comune: «È stata avviata una raccolta di firme fra tutti coloro che lamentano danni alle tombe. Servirà a smuovere l'assessorato comunale all'ambiente? Finora, a palazzo Thun, sembrano aver scelto la politica della struzzo il quale di fronte al pericolo infila la testa sotto la sabbia. Il fatto è al cimitero e dopo aver mangiato le piantine, la testa sotto la terra la mettono i conigli. Nessuno se li augura nel piatto con la polenta (non quelli «tombaroli», almeno), ma fuori dai piedi sì»I tuoi commenti

di Alberto Folgheraiter

La politica dello struzzo per i conigli del cimitero. Il coniglio (in latino: Oryctolaguscuniculus) è un animale della famiglia dei leporidi. Un animale carino come pochi ma che ha due difetti: si riproduce in misura esponenziale e, se non è macellato per uso alimentare, può vivere fino a dieci anni. Orbene, da un paio d'anni a questa parte, una colonia di conigli che viveva scavando cunicoli negli argini dell'Adige si è trasferita in prossimità del Muse, il museo di scienze naturali. L'ambiente potrebbe essere persino consono. Di certo non è conveniente il camposanto per quella nidiata che ha pensato bene di traslocare tra i loculi e i tumuli nel vicino cimitero monumentale di Trento. Qui, da pochi che erano, i conigli si sono moltiplicati a piacere e si calcola che oggi siano almeno duecento. Non passa giorno che i frugoletti pelosi non scavino buche tra le tombe.

 

 

Soprattutto, com'è nella loro natura  gradiscono cibarsi con i teneri germogli delle piante. Il problema è già stato denunciato su queste pagine ma, a quanto par di capire, senza risultato alcuno. Il responsabile del cimitero allarga le braccia e dice di aver fatto segnalazioni a chi di dovere. I necrofori chinano la testa sconsolati e invitano a rivolgersi all'assessore comunale all'ambiente. In via Belenzani, però, sembrano aver fatto orecchie da… coniglio, pardon: da mercante, poiché a tutt'oggi non si è posto alcun rimedio.

 

I dipendenti comunali che sono a contatto con le tombe, ma soprattutto con i congiunti dei morti, avevano individuato la soluzione: due furetti, lasciati liberi per qualche giorno e i conigli avrebbero finito di far danni fra le tombe. La drastica soluzione, dicono, non pare possibile poiché si teme la lobby degli animalisti e una sollevazione per la salvaguardia dei leporidi.


Così, di rinvio in rinvio, ieri mattina al cimitero di via Giusti alcuni familiari di defunti inumati da poco hanno trovato numerose ciotole dei fiori freschi completamente «potate» dagli insaziabili animaletti. I danni si sono aggiunti a quelli causati dalle raffiche di vento dei giorni scorsi (vasi divelti, mazzi sparsi, fotografie strappate). Ma se il Comune non può essere chiamato in causa per le bizze atmosferiche, per l'appetito dei conigli sì. Pertanto, taluni hanno invocato una «class action», un'azione legale collettiva nei confronti dell'amministrazione comunale. La quale, per proteggere i conigli non pare tutelare adeguatamente la pietà dei vivi per i loro morti.In tal senso è stata avviata una raccolta di firme fra tutti coloro che lamentano danni alle tombe.

 

Servirà a smuovere l'assessorato comunale all'ambiente? Finora, a palazzo Thun, sembrano aver scelto la politica della struzzo il quale di fronte al pericolo infila la testa sotto la sabbia. Il fatto è al cimitero e dopo aver mangiato le piantine, la testa sotto la terra la mettono i conigli. Nessuno se li augura nel piatto con la polenta (non quelli «tombaroli», almeno), ma fuori dai piedi sì.

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