A Tedx, «Fare ricerca è ancora possibile»

«Dobbiamo confutare una volta per tutte i dogmi che rendono impossibile la ricerca di alto livello in Italia, sconfiggendo una volta per tutte l'atteggiamento di fatalismo rinunciatario che porta i giovani a cercare opportunità all'estero. Pur con mille difficoltà, nel nostro Paese è possibile fare ricerca di eccellenza». A confutare una delle opinioni più diffuse e più radicate tra la gente, è stata la virologa Ilaria Capua, intervenuta nel corso della manifestazione culturale «TedxTrento», la prima a mappare geneticamente il virus dell'aviaria H1n1 e a rendere pubbliche le proprie scoperte per ragioni etiche

di Lorenzo Basso

«Dobbiamo confutare una volta per tutte i dogmi che rendono impossibile la ricerca di alto livello in Italia, sconfiggendo una volta per tutte l'atteggiamento di fatalismo rinunciatario che porta i giovani a cercare opportunità all'estero. Pur con mille difficoltà, nel nostro Paese è possibile fare ricerca di eccellenza, è possibile cambiare i meccanismi internazionali e vi è spazio perché le giovani donne emergano e trovino ruoli dirigenziali». A confutare una delle opinioni più diffuse e più radicate tra la gente, è stata la virologa Ilaria Capua, la prima a mappare geneticamente il virus dell'aviaria H1n1 e a rendere pubbliche le proprie scoperte per ragioni etiche. La scienziata, una delle ricercatrici più influenti al Mondo secondo la rivista statunitense «Scientific American», è intervenuta nel corso della manifestazione culturale «TedxTrento», la conferenza tenutasi ieri presso il teatro Sociale cittadino ed ispirata ai più noti simposi scientifici californiani «Ted». Raccontando la propria esperienza professionale, dalla laurea in veterinaria alla direzione di uno dei laboratori zooprofilattici più importanti d'Europa, Capua ha cercato di demolire quelle che, a suo dire, sarebbero «le gabbie mentali che ci impediscono di reagire e credere al cambiamento».
«Dobbiamo sapere cogliere le nostre opportunità con coraggio - ha detto la virologa ad una vasta platea formata in larga parte da giovani studenti, ricercatori e professori dell'ateneo trentino - e approfittare delle occasioni che ciascuno di noi riceve».
Grazie alla sua determinazione, il laboratorio pubblico di Padova è riuscito negli ultimo cinque anni ad attirare finanziamenti internazionali per dodici milioni di euro, portando il numero dei collaboratori da sette a più di settanta. «Quando il Governo della Nigeria mi chiese di analizzare il virus dell'aviaria - ha specificato in merito Capua - non pensavo di cambiare i meccanismi di sanità pubblica internazionale. Invece, il mio rifiuto di consegnare la mappatura genetica della malattia ad un archivio ad accesso limitato dell'Organizzazione mondiale della sanità di fronte ad una possibile pandemia, mi proiettò nella comunità scientifica internazionale».
Capua ha poi utilizzato i minuti rimanenti dei diciotto previsti dal format di «Tedx» - dove gli interventi si avvicendano velocemente in modo da permettere a più persone possibili di proporre la propria idea per il futuro - per incoraggiare le giovani donne a perseguire le proprie passione, senza lasciarsi intimidire dalle difficoltà.
«Il sistema italiano- ha concluso la scienziata - non aiuta nessuno, eppure, se c'è il desiderio di essere motori del cambiamento, si riesce ad arrivare dove si vuole. Il Mondo ci guarda, più di quanto pesiamo, e l'Italia non può fare a meno delle donne».

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