Pacher lancia l'idrogeno «Sì alla mobilità alternativa»

Nel giro di qualche anno la valle di Fiemme e il Primiero potrebbero divenire «un'oasi vocata all'idrogeno». Ovvero, come spiega il presidente di Trentino Trasporti Ezio Facchin, il progetto è quello di creare un servizio di trasporti a idrogeno di stampo permanente che serva l'intera zona citata

di Fabia Sartori

idrogenoTRENTO - L'idrogeno è nel mirino per il futuro della Provincia autonoma di Trento, così come la mobilità sostenibile: è questo il messaggio lanciato dal presidente Alberto Pacher, ieri, in apertura del convegno scientifico «Idrogeno, tra presente e futuro», organizzato in collaborazione con Trentino Trasporti, Habitech e HyER (Associazione europea dei territori che promuovono la mobilità elettrica e l'utilizzo dell'idrogeno).
Nel giro di qualche anno la valle di Fiemme e il Primiero potrebbero divenire «un'oasi vocata all'idrogeno». Ovvero, come spiega il presidente di Trentino Trasporti Ezio Facchin, il progetto è quello di creare un servizio di trasporti a idrogeno di stampo permanente che serva l'intera zona citata.
Al momento in valle di Fiemme sono in funzione due minibus a idrogeno «made in Trentino» (sono stati realizzati a Villa Agnedo), gli stessi utilizzati in occasione dei mondiali di sci nordico Fiemme 2013: «La loro introduzione - sottolinea Pacher - è legata all'intento di limitare e regolamentare l'eccessiva presenza veicolare sui passi dolomitici: del resto, quale miglior invito a ragionare sulla mobilità sostenibile se non il riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco?».
Una sottolineatura ripresa nel ragionamento di Facchin: «Proprio a partire dai mezzi già presenti, magari con un'integrazione, vorremmo coprire l'intera valle». I principali problemi sono connessi a produzione ed alimentazione: «Oggi - spiega Facchin - non abbiamo un polo di produzione ma solo il distributore a Panchià. Un'evoluzione come quella ipotizzata richiederebbe un unico punto di produzione ed alimentazione (i veicoli hanno autonomia di 150-200 chilometri), con i costi che ne conseguono (stima: un milione di euro)».
Nel 2017, inoltre, l'asse del Brennero potrebbe essere costellata (circa ogni cento chilometri) da stazioni di produzione e rifornimento per l'idrogeno, in perfetta linea con i tempi entro cui alcune case produttrici di automobili stimano di mettere in produzione autovetture con alimentazione ad idrogeno: a dirlo è il presidente dell'Iit (Istituto per innovazioni tecnologiche) di Bolzano Walter Huber. Ma è lo stesso presidente Pacher a sottolineare l'interesse del Trentino a partecipare a questo tipo di progetto denominato Green Corridor. La cui realizzazione dovrebbe fare riferimento ad un accordo tra Provincia di Trento, Provincia di Bolzano e Tirolo. «Ovviamente i costi di realizzazione non sono indifferenti - aggiunge Huber - e in tal senso si potrebbe pensare di procedere per gradi, realizzando in primis isole di rifornimento e solo in un secondo momento aree di produzione». Sempre a proposito di mobilità sostenibile, il presidente Pacher ricorda la diffusione del bike sharing elettrico, «con l'obiettivo di realizzare, entro il 2014, una colonnina di ricarica ogni 40 chilometri lungo tutti i percorsi trentini». F. Sar.

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