Aggressione al don Milani, padre e figlio: «Minacciati anche con un tirapugni»

La violenza della settimana scorsa all’istituto don Milani è stata solo l’apice di un problema che si trascinava da tempo. Il ragazzo aggredito (assieme al padre) sarebbe stato da settimane vittima di bullismo, da parte del compagno di scuola. Bullismo sfociato, prima di quei pugni al volto, in ingiurie, ma anche minacce (con tanto di tirapugni mostrato a scuola). Minacce proseguite anche dopo l’aggressione, che il giovane ha affidato a Facebook e rimosso quando ormai era tardi: svariate copie erano già finite sui telefonini dei compagni.

È questo per lo meno quello che sostiene la famiglia del ragazzo aggredito, che sulla questione ha presentato querela. Quindi al di là di quel che decideranno le istituzioni scolastiche, ovviamente chiamate a gestire una situazione evidentemente esplosiva, sarà la magistratura ad occuparsi della vicenda. E non quella minorile: il giovane querelato ha vent’anni, risponde come un adulto di eventuali reati che avrebbe commesso. Nel frattempo, si moltiplicano attorno all’istituto don Milani le voci, per cui la situazione sarebbe stata nota da tempo - persino dall’anno scorso - ma mai finora risolta.

I fatti sono noti: mercoledì sorso un ragazzino stava uscendo da scuola, quando ha sentito un’offesa contro di lui provenire da una classe. È quindi salito, seguito dai genitori, che erano andati a prenderlo. Secondo la querela, il ragazzino avrebbe chiesto solo se ci fosse qualche problema, al giovane che lo aveva offeso. E a quel punto sarebbe scattata la violenza. Il padre del ragazzino avrebbe avuto solo il tempo di frapporsi tra il figlio e il ventenne, per difenderlo. Com’è finita è noto: il padre è andato al pronto soccorso, il figlio pure. Le conseguenze sono un trauma cranico commotivo e una frattura del setto nasale per il genitore, lesioni meno gravi al setto nasale per il ragazzino. Secondo la famiglia del giovane, sarebbe potuta pure andare peggio, se un professore non fosse intervenuto per allontanare l’aggressore. A questi fatti già gravi, si è aggiunto il video di minacce: il ventenne, uscito da scuola, mentre guidava un auto su cui erano seduti due amici, avrebbe fatto riferimento alle botte del mattino, dicendo «gli abbiamo spaccato il c..., figlio di t..., digli che si faccia vedere che la prossima volta è morto» e via, col gesto del taglio della gola.

Questi i fatti, come ricostruiti dalla querela, che alla magistratura si chiede di verificare. Cosa per altro non impossibile: non solo c’è un video, ma nelle immagini si vede benissimo che quel corridoio era pieno di gente, quindi di testimoni.

Se i fatti saranno confermati, tuttavia, è il clima inquietante che si respirerebbe a scuola a far riflettere. Il ragazzino ora con il naso dolorante sarebbe stato vittima da tempo del ventenne in questione: prese in giro, ingiurie, vere e proprie minacce. In querela la famiglia parla addirittura di un episodio in cui, tre settimane prima della violenza di mercoledì scorso, per rafforzare la minaccia, il ventenne avrebbe mostrato al ragazzo bullizzato un tirapugni munito di lama tagliente. Roba che deve aver nascosto bene, perché altrimenti è evidente che la scuola, se se ne fosse accorta, avrebbe preso provvedimenti: studenti in classe con delle armi (perché un tirapugni con lama questo è, un’arma) non ce ne possono stare.

Quel che è certo, è che l’episodio dell’altro giorno ha fatto chiacchierare molto la città, e soprattutto gli ambienti del don Milani. Dove c’è gente pronta a giurare che quanto accaduto l’altro giorno è solo l’apice di una situazione disciplinare gestita - o meglio non gestita - in passato con troppa morbidezza. Vero o no, ora il nuovo dirigente si trova a dover mettere ordine. E non sarà cosa facile.

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