Finiscono nel fosso dopo il furto di carabattole al Crm

È brutto dirlo, ma tutti riescono a rubare in quel Crm. Loro due si sono fatti prendere, mettendoci un impegno encomiabile. Il risultato è stata la condanna, ieri mattina, davanti alla giudice Monica Izzo: 4 mesi uno, 6 mesi l’altro. E tutto per un lavandino vecchio e un televisore che qualcuno aveva buttato.

I fatti, che dimostrano come, anche nel crimine, serve quell’attimo di professionalità, ma soprattutto un po’ di materia grigia, risalgono al 20 aprile 2017. Protagonisti di cotanto impegno, due cittadini originari del Marocco, ma residenti in Veneto. Avevano deciso di far due soldi con la roba che altri buttano via. Forse gli è sembrato moralmente meno discutibile che infilarsi nelle altrui abitazioni, peccato che anche quel che c’è al Crm non si può portar via. Anzi, il furto, da lì, è aggravato: perché quegli oggetti, nel momento in cui uno di butta, diventano cose dell’ente pubblico. E scatta l’aggravante.

Comunque sia, e pensando che difficilmente i nostri eroi sapessero qualcosa di codice penale, avevano banalmente notato che nel Crm di Castione si servono un po’ tutti, a loro piacimento. «Nella rete di recinzione c’è un buco -ha spiegato il carabiniere in aula - lo aggiustano, ogni tanto. Ma viene rifatto subito dopo». Insomma, il problema è noto.

Il 20 aprile 2017, i due protagonisti di questa vicenda hanno pensato evidentemente che era il loro turno. Secondo la ricostruzione della procura (ieri accolta dal giudice) sono entrati, si sono presi un lavandino in acciaio inox, un televisore, un ferro da stiro e qualche altra roba. E poi se ne sono andati.

Avevano in macchina della refurtiva, era notte e sull’altopiano so, sa, di notte non passa nessuno. Quindi ormai era fatta. Saranno stati attenti, avranno guidato piano. No. Non hanno fatto un chilometro, che sono andati fuori strada. Giù nel fosso. Non si sono fatti niente, ma il problema logistico cominciava ad essere insuperabile. Hanno chiamato il carro attrezzi. Prima si sono disfatti della refurtiva? No. L’hanno tolta sì dalla macchina - il dubbio che qualcuno si facesse delle domande a veder un lavandino e un televisore in auto se lo sono fatto venire - ma l’hanno appoggiata dietro un albero, lì a due passi. E certo, l’hanno coperta con un telo. Poi hanno chiamato il carro attrezzi e sono rimasti lì in attesa.

Com’è andata è facile immaginarlo: il carro attrezzi è arrivato, e pure i carabinieri, convinti di andare su un incidente. Ci hanno messo meno di un istante a vedere il telo dietro l’albero, meno di un minuto a sollevarlo e meno ancora a fare uno più uno. Ecco il perché del processo di ieri. I due sono stati condannati: uno se l’è cavata con 4 mesi e 140 euro di multa, l’altro con 6 mesi (aveva una recidiva) e 200 euro di multa.

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