Da luglio record di cani abbandonati Già 35 recuperi: il doppio del normale

di Barbara Goio

Si sa che l’estate è un brutto periodo per i cani: ogni anno riemerge il problema di chi non vuole più prendersene cura e, per non avere fastidi in vacanza o spendere soldi per una pensione, decide semplicemente di abbandonarli.

Molto è stato fatto per arginare questa forma di profonda inciviltà (come si può chiamare chi ripaga l’affetto incondizionato di un animale con un vero e proprio tradimento?) ed in effetti la situazione nel corso del tempo è decisamente migliorata.

Questo comportamento, che tra l’altro è un reato penale per cui si procede d’ufficio e che comporta la pena di un anno di reclusione o un’ammenda da mille a 10mila euro, è dunque diminuito drasticamente nella nostra provincia, ma ora sta emergendo un dato assai inquietante.

Nel canile dell’associazione Arcadia a Marco di Rovereto gli ingressi in luglio ed agosto hanno subito una grossa impennata e sono addirittura raddoppiati. I numeri sono chiari: dal primo luglio ad oggi sono state fatte ben 35 catture, molte di più di quelle degli altri anni.

Il caso strano è che non si tratta di un improvviso imbarbarimento dei trentini ma vi è il fondato sospetto che si possa trattare di cani dalla provenienza quantomeno sospetta. «Soprattutto nei casi di Brentonico, Baselga di pinè, Ala e Rovereto - spiega Pierluigi Raffo (nella foto), responsabile di Arcadia e una laurea in Tacrec (Tecniche di allevamento del cane di razza ed educazione cinofila) - ci sono elementi che fanno pensare che questi cani non vengano da privati cittadini». Gli elementi a supporto di questa ipotesi sono molteplici: «Sono animali dalla grande competenza sociale, già abituati a stare in gruppo con altri cani; sono risultati positivi alla leishmaniosi, una malattia endemica delle zone del centro e Sud Italia; si tratta di animali reattivi-diffidenti», spiega Raffo. Che aggiunge: «Visto che non ci sono gruppi di cani randagi in giro per il Trentino, e non sono così comuni gli abbandoni tra i cani da malga, c’è da chiedersi da dove vengano questi animali».

«Intanto - prosegue Raffo - la cosa è stata segnalata all’Azienda sanitaria. Per riuscire a risolvere il problema, la cosa migliore sarebbe fare un censimento canino sul territorio Provinciale di concerto con i comuni e le istituzioni di controllo». L’inusuale affollamento estivo ha portato alla decisione del Comune di Rovereto di negare l’accesso di nuovi cani problematici all’Arcadia. «Non è giusto - rimarcano al canile - non poter offrire la nostra alta competenza nei casi complessi».

Una professionalità che ha comunque portato ad un risultato davvero notevole: da luglio ben 15 cani sono stati dati in adozione, un numero elevato, anche in considerazione del periodo estivo. Conclude Raffo: «C’è un grosso lavoro per trovare il cane giusto per la famiglia giusta. E poi chi adotta sa di poter contare su un prezioso percorso di affiancamento e supporto: ecco perché sono tante le famiglie che preferiscono rivolgersi a noi quando decidono di far entrare un animale in casa».

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