Bexander, nigeriano 26enne, eroe per caso

di Barbara Goio

Eroe per caso: è questo il destino di un ragazzo nigeriano di 26 anni, Bexander Best, che vive a Vicenza e che l’altra sera si trovava sul treno che da Trento porta a Verona. Quando ha visto due giovani che erano appena saliti alla stazione di Rovereto avvicinare una signora e derubarla di un cellulare, non ci ha pensato due volte e, unico tra i presenti, ha affrontato i malviventi ed ha recuperato la refurtiva.

Purtroppo, si è anche beccato un pugno, che poi lo ha costretto alle cure dei sanitari. Dei due ladri, nonostante l’intervento puntuale della Polizia Ferroviaria di Verona, si sono perse le tracce. A chi si è congratulato con Best, lui ha risposto con fare disarmante: «Perché tanto clamore? È normale. In Nigeria non si ruba».

La notizia sarebbe anche passata inosservata, se non fosse stato per un altro protagonista di questa vicenda, un passeggero del treno che si è offerto di aiutare Best dopo l’aggressione portandolo in ospedale. E che ha deciso di contattare il quotidiano «la Repubblica» per divulgare la storia. Che in effetti è stata poi ampiamente condivisa su molte pagine dei social. Che faccia notizia una notizia del genere, fa pensare. Ma resta l’atto coraggioso di un ragazzo qualunque, che in maniera istintiva ha visto una cosa sbagliata ed ha deciso di cercare di porvi rimedio. A differenza dei tanti che, invece che agire, preferiscono stare in disparte per poi intossicare i social di commenti velenosi.

Tutto è accaduto l’altra sera sul regionale che parte da Trento alle ore 19.10 e che arriva a Verona alle ore 20.14. Sul treno la situazione è tranquilla e non c’è tanta gente. Best è seduto tranquillo quando nota qualcosa di strano. Alla stazione di Rovereto, alle ore 19.25, salgono due nordafricani che «puntano» ad una signora di una sessantina d’anni.

Mentre uno dei due chiacchiera con la donna, l’altro si avvicina e senza farsi accorgere riesce a mettere le mani nella sua borsa e sottrarle il cellulare, prima di allontanarsi. È a questo punto che Best capisce che non può far finta di niente, che se c’è qualcosa di sbagliato bisogna reagire. Si alza e, dopo averlo inseguito, blocca il nordafricano che ha rubato il cellulare. «Gli ho chiesto perché lo ha fatto, gli ho detto che è una cosa grave e gli ho detto di restituire subito il telefono - ha poi raccontato Best - ma lui mi ha risposto “cerchi rogne ? Vuoi una lezione?”».

La situazione è sempre più tesa, anche se ancora nessuno si alza a dar man forte a Best. Riprende il racconto di Best alla giornalista: «Io gli ho detto di restituire il cellulare, che non lo avrei lasciato andare, perché in Nigeria noi non rubiamo!»

L’altro ladro si avvicina con fare minaccoso, ma Best riesce a farsi dare il cellulare. La tensione però a questo punto esplode e i due aggrediscono Best, e lo prendono a pugni. Anche gli altri passeggeri intervengono e i due nordafricani approfittano della confusione per scappare. Intanto i presenti prestano le prime cure a Best, chiamano il capotreno e avvisano la Polizia ferroviaria di Verona Porta Nuova.

Sono le 20.15 quando gli agenti si fanno trovare sul binario all’arrivo del treno e prestano tutta l’assistenza necessaria. Raccolgono le informazioni utili, ma al termine di un breve confronto né la donna che è stata aggredita, né il nigeriano, decidono di sporgere denuncia. Non è escluso che questo possa essere fatto in seguito, visto che il termine ultimo è di 90 giorni. La signora ringrazia Best, che cerca di minimizzare la faccenda, ripetendo che non capisce tanta attenzione perché in fondo lui ha fatto solo «una cosa normale».

Una cosa normale però che gli fatto rimediare un pugno al volto. E così l’«eroe per caso» viene accompagnato all’ospedale da un ragazzo italiano. Ed è lì che Best regala qualche altro frammento della sua vita: «Ho il permesso di soggiorno, ma non ho un lavoro. Vivo con i miei nipoti a Vicenza», racconta al passeggero che si è preso cura di lui, e che si è poi dato da fare perché vicende come questa non passino sotto silenzio, cosìcche storie di ordinaria generosità riescano ad uscire allo scoperto, ad incrinare il muro di pregiudizi che certa politica sta costruendo mattone su mattone.

Intanto le indagini proseguono, e si stanno passando al vaglio tutte le immagini delle telecamere sul treno. Se risultassero gli estremi per una tentata rapina, ci sarebbero i presupposti per procedere d’ufficio.

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