Sandoz, sindacati in allarme: produzione trasferita in Asia a rischio 250 posti di lavoro

Sandoz è uno dei giganti della zona industriale di Rovereto, ma potrebbe presto andarsene, se il gruppo internazionale decidesse di delocalizzare le produzioni in Asia. Con gravi conseguenze per i circa 200 addetti. Oltre ai dipendenti Sandoz, poi, i colleghi contrattualizzati Pulirapid (60 persone, di cui 40 in produzione).

La cornice generale è quella di uno stabilimento che aveva già programmato una riconversione produttiva: era previsto un piano investimenti tra il 2019 e il 2020, per il trasferimento a Rovereto di alcune produzioni del gruppo Novartis. E già nel 2014 era stata annunciata la cessione della divisione Animal Health all’azienda Elanco. L’obiettivo era chiaro: spostarsi dalle attuali produzioni a minor valore aggiunto (la Tiamulina, un antibiotico ad uso veterinario) a quelle future a maggior valore aggiunto, come l’atteso farmaco antirigetto, in produzione da 2020. Ma questo - affermano i sindacati - non potrà entrare in produzione prima del 2020. Con uno stop pesantissimo.

Dall’azienda ufficialmente le bocche sono cucite, anche per rispetto ai sindacati, con cui il confronto è previsto per oggi.

Così spiega l’allarme di Mario Cerutti, Cgil: «La situazione mi sembra molto grave, sia nell’immediato, sia per la tenuta a lungo termine dello stabilimento». Sulla stessa lunghezza d’onda Osvaldo Angelini (Uil): «Avevamo informazioni molto meno pesanti, ed eravamo già preoccupati. Ora lo siamo molto di più». Mentre Ivana Dal Forno (Cisl) invita ad aspettare: «Inutile agitarsi finché, nelle prossime ore, l’azienda non chiarirà la situazione. Solo poi sarà possibile fare una valutazione:ora non c’è nulla di definito».

«Siamo preoccupati, ma nel contempo determinati ad affrontare la situazione con tempestività e massimo impegno». Così l’assessore provinciale allo sviluppo economico e lavoro, Achille Spinelli, commenta la notizia secondo la quale la Sandoz di Rovereto, industria che produce farmaci generici, sposterà in Asia una parte preponderante della propria produzione.

«Un fulmine a ciel sereno – ha detto Spinelli – che andrebbe ad incidere negativamente dal punto di vista occupazionale su una zona, quella di Rovereto, colpita da altre crisi aziendali. Abbiamo già preso contatto con gli amministratori dell’azienda e con le forze sindacali e fisseremo al più presto un incontro, prima di tutto per capire la vera entità della situazione e poi per mettere in campo le opportune soluzioni che possano garantire i lavoratori. Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione».

 

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