Blitz anarchico in Comune In 30 interrompono il consiglio

Volevano dire la loro. Lo hanno fatto in piazza Loreto, davanti al pezzo di città che ha voluto ascoltare. Una cinquantina di persone. Evidentemente non bastava: sono subito corsi in municipio, dove hanno organizzato un’irruzione verso le 19.30, a consiglio comunale appena iniziato: pochi minuti per urlare la loro rabbia pure lì.
Gli anarchici roveretani, dopo il recente arresto di 7 compagni, ieri si sono fatti sentire, ribadendo che «se sono innocenti che escano subito, se sono colpevoli hanno tutta la nostra solidarietà».

Tutto è cominciato in piazza Loreto. È stato Massimo Passamani, il leader storico del movimento, a prendere la parola. Perché «noi non siamo soliti guardarci l’ombelico o parlare dei nostri problemi», ma questa volta volevano chiarire la loro posizione. Ideologica, prima di tutto: «Terrorismo, prima dei neologismi delle leggi speciali, è violenza indiscriminata per prendere il potere. Gli anarchici il potere non lo vogliono prendere e quanto alla violenza indiscriminata, non c’è mai stata, nemmeno nelle azioni a noi attribuite. Si trasformano banali danneggiamenti con petardi, in attentati incendiari dinamitardi. Quando ad Ala, se si fosse usata la dinamite, non solo lì ma anche ad Avio si sarebbero accorti della differenza. La benzina è stata usata altre volte, contro i centri d’accoglienza dei richiedenti asilo. Ma quello non è catalogato terrorismo. Perché non è quello che usi, a fare la differenza, è chi sei e per cosa ti batti».

Poi le accuse alle forze dell’ordine: «Durante le perquisizioni ad un compagni è stata messa la pistola alla tempia per farlo inginocchiare, sono stati perquisiti luoghi che non sono frequentati solo dagli anarchici, come il circolo Cabana». Infine l’esortazione a pensare ai compagni in carcere: «In tutte le battaglie della città loro c’erano, dal vallotomo agli alberi di viale Trento, dalla morte di Stefano Frapporti a quella di Carmine Minichino. Ricordatevelo. I benpensanti non ce li avete al vostro fianco, quando lottate, loro sì».

Comizio chiuso. Pareva finita lì. E invece parte del gruppo - circa 25 persone - si sono spostate in municipio. Sono entrate dalla porta principale, sono salite dalle scale esterne, sono entrate nella sala del pubblico e da lì in consiglio, dove la seduta era iniziata e Campostrini stava spiegando i progetti su Amr. Hanno offeso il sindaco, complice di aver accettato il tavolo per la sicurezza: »Si deve vergognare». Il sindaco ha risposto, ha cercato di parlare con loro: «Non abbiamo nulla di cui vergognarci». E Passamani: «Avete ringraziato le forze dell’ordine per gli arresti». Un botta e risposta destinato a non portare a nulla. Hanno urlato qualche slogan contro la lega, hanno mostrato il loro striscione «Fischia ancora il vento, libertà per i compagni arrestati». E poi se ne sono andati, lasciando il consiglio un po’ frastornato, un po’ arrabbiato.
Poco dopo, l’arrivo delle forze dell’ordine. E il consiglio, da quel momento, è stato presidiato da uomini armati. Non esattamente un bello spettacolo.

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