Orme dei dinosauri, un patrimonio mai valorizzato in 30 anni

di Barbara Goio

 Ben trecento dinosauri passeggiavano in riva al mare, in uno scenario che ricordava le Bahamas, e hanno lasciato le loro impronte sulla sabbia bagnata. Poi nel giugno del 1991, un uomo che stava passeggiando le ha notate per la prima volta: nel giro di qualche mese la zona dei Lavini di Marco è diventata famosissima ed ora, a distanza di quasi trent’anni, è uno dei gioiellini della Vallagarina. Unico? Sì, certo, per la densità di impronte, per la bellezza del paesaggio e per l’accessibilità. Ancora poco valorizzato? Anche. Senza controlli, con poche infrastrutture e scarsa pubblicità. «Se la Provincia - ammette Giuseppe Leonardi, paleontologo di fama internazionale e tra i primi a certificare le piste dei dinosauri - stampasse dei manifesti con i dinosauri, oltre che con le meraviglie delle Dolomiti, questo posto sarebbe molto più conosciuto». Tra le altre proposte dello scienziato, «dei nuovi modelli a grandezza naturale realizzati con precise competenze paleontologiche», «una promozione portata avanti in collaborazione da Rovereto e dal Muse di Trento» ed il «coinvolgimento dei più giovani». «Questa ricchezza va spiegata, altrimenti capita che la gente va a farsi un giro ai Lavini, magari a mezzogiorno quando le orme sono meno visibili, e poi resta delusa», riprende Leonardi. Oggi pomeriggio il paleontologo sarà alle 18 al Museo Civico per raccontare la sua storia e a rispondere alle tante domande.

Veneziano di nascita, 79 anni, professore all’Università federale di Rio de Janeiro e presso l’Istituto Cavanis di Venezia, paleontologo di chiara fama e anche uomo di chiesa, già missionario in Brasile ed in Congo, parente alla lontana del Beato Rosmini e socio accademico dell’Accademia degli Agiati, appassionato di montagna e autore di prestigiosi libri e di innumerevoli pubblicazioni scientifiche, Leonardi è stato l’esperto che venne chiamato da Michele Lanzinger per interpretare la fila di piccole buche «scoperte» da Luciano Chemini tra le «laste» di Lizzana della località Vallon, dei Lavini di Marco. Era il giugno del 1991 e l’anno successivo le piste dei dinosauri finirono sulle prime pagine di tutti i giornali. Un patrimonio che resta unico in Italia e che andrebbe ulteriormente valorizzato.

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