Rovereto: l'ex Sav verrà demolito Al suo posto un parco pubblico

di Nicola Guarnieri

Non è inserito nell'elenco degli ecomostri ma, di fatto, lo è. L'ex Mangimificio Sav di Sant'Ilario, acquistato dall'Itea per 5,5 milioni di euro un lustro fa, è in stato di abbandono da anni. A tal punto da aver convinto il Comune a murare gli accessi per evitare di trasformarlo in un dormitorio abusivo per senzatetto. Il degrado di quel biglietto da visita sulla porta Nord della città, però, è ormai insostenibile e i vari progetti di rigenerazione urbana sono rimasti chiusi nel cassetto per carenza di fondi. Soprattutto da parte dell'istituto di edilizia abitativa che ha archiviato i sogni di realizzare duecento appartamenti (poi scesi a 53) nel rione attraversato dalla statale del Brennero.
Il tempo, tra l'altro, ha reso ancora più degradata l'area, quegli 8.400 metri quadrati una volta produttivi ed ora abbandonati a se stessi, diventati dimora di ratti e pure inquinati. Di qui l'esigenza di demolire il compendio anche senza un progetto definitivo di costruzione di nuove case. 

L'ex Mangimificio Sav, insomma, rientra suo malgrado nella lista degli ecomostri ma a breve resterà un ricordo cambiando per sempre lo skyline di Rovereto Nord. Comune e Itea, in tal senso, hanno firmato un protocollo d'intesa proprio per eliminare i fabbricati (sarà mantenuta solo l'ex Caserma che sarà ristrutturata e destinati alla collettività del Brione) e bonificare l'area. A Sant'Ilario, infatti, vanno eliminate quanto prima le coperture in amianto, smaltiti svariati rifiuti inquinanti e pulire per bene altri 150 metri cubi di terreno mai trattato prima. Un'operazione che, sulla carta, dovrebbe costare 298 mila euro ma che Itea e Comune hanno stimato in maniera larga per evitare sorprese. L'ente di via Guardini, in altre parole, riconoscerà a palazzo Pretorio una spesa di 350 mila euro per i lavori che saranno eseguiti da Rovereto (e che in futuro saranno inseriti nel conguaglio) e poi lascerà l'area a disposizione della città per cinque anni. In caso di necessità di edificare case popolari, però, Itea rientrerà in possesso del terreno per costruire alloggi a canone moderato. Nel frattempo l'ex Mangimificio Sav lascerà il posto ad un parco pubblico. Dopo anni di progetti e dibattiti, dunque, adesso c'è almeno la certezza dell'addio allo stabilimento, a quell'ecomostro diventato tale nei lustri.  

A Sant'Ilario, è noto, avrebbe dovuto essere avviato il cantiere già nella primavera del 2013, un'opera capace di girare sulla città 10 milioni di euro in alloggi pubblici. Destinati alle giovani coppie che a causa della crisi non riuscivano a garantirsi un nido d'amore. Invece la congiuntura negativa ha stoppato tutto e l'Itea si è trovata senza liquidità per altre case popolari. Con la firma sul Protocollo del presidente Salvatore Ghirardini e del sindaco Francesco Valduga, comunque, parte ufficialmente l'operazione «pulizia», con la demolizione e la bonifica dell'area. Un domani, poi, all'occorrenza si potranno alzare condomini per venire incontro alle esigenze abitative delle famiglie meno abbienti.

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