Molestata da un ubriaco alle sette della mattina

di Enrico De Rosa

Molestata a più riprese, ieri mattina, in pieno centro storico, da un uomo tra i 20 e i 30 anni, «alto, fisico asciutto, colorito olivastro, credo uno straniero». Salvata dai Carabinieri, subito intervenuti, che però hanno dovuto lasciare a piede libero il molestatore.
Protagonista suo malgrado Maria Grazia Moiola, titolare dell'edicola tabaccheria nella centralissima via Mazzini, che come sempre la domenica, ieri mattina ha aperto la sua attività per accogliere i clienti più mattinieri e scambiare i primi commenti sui fatti della giornata. «Si pensa che in una cittadina come Rovereto, di soli 40mila abitanti, certi brutti fatti non succedano - commentava ieri ancora scossa per l'accaduto -. Poi chi vive o lavora in pieno centro, è sempre convinto che non possa accadere nulla». Invece, non poteva pensare che avrebbe vissuto una bruttissima avventura durata circa mezz'ora.
Così ci ha raccontato, ancora scossa ma lucidissima, la sua storia: «Ho aperto intorno alle 6.30. A quell'ora non c'è ancora nessuno per la strada e un giovane è entrato nel locale verso le 7. Ho capito subito che c'era qualcosa che non andava, poiché dall'odore che emanava si capiva che era ubriaco». Maria Grazia, 50 anni, non è tipo impressionabile. Chi fa un lavoro come il suo mette nel conto che può capitare di trovarsi di fronte dei tipi strambi, ma basta essere fermi e decisi per tenerli a distanza: «Basta un po' di sangue freddo e certi tipi escono dal locale come sono entrati. Ma questa volta avevo di fronte una faccia mai vista, dal fisico slanciato, che continuava a farmi complimenti a sfondo sessuale con un accento straniero. Sono riuscita a farlo uscire una prima volta. Ma quello si è ripresentato sempre più insistente, una seconda volta e poi una terza, in cui entrando con foga nel locale è cascato a terra. E ancora una quarta, ma per fortuna è arrivato qualche cliente, a cui ho chiesto di rimanere con me per poter chiamare i Carabinieri. Ho davvero temuto il peggio. Ho pensato che avrebbe potuto provare a chiudere la porta dell'edicola. Non ascoltava, ripeteva le stesse frasi moleste». 
L'intervento delle forze dell'ordine è stato immediato, così come l'individuazione del molestatore, che, allontanatosi, si aggirava in corso Rosmini. È stato subito riconosciuto grazie alla precisa che la signora ne aveva fornito. Forse, come rifletteva ieri a mente fredda Maria Grazia, «si sarebbe potuta verificare una situazione peggiore, se al mio posto ci fosse stata mia figlia, poco più che ventenne, che si alterna con me in edicola. La beffa è che dopo una mezz'ora l'ho visto passare di nuovo su via Mazzini. Cosa mi rimane da fare? Mi toccherà aprire più tardi e rinunciare ai primi incassi della giornata, per evitare rischi? Ma si può portare avanti un'attività in queste condizioni?».

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