Il piano integrato di «CicloOstile» La voce dei ciclisti per Rovereto

di Matthias Pfaender

Si avvicina l'istruttoria pubblica sulla viabilità. L'occasione in cui i roveretani potranno dire la loro direttamente al sindaco. Su come andrà la partita, ci sono diverse perplessità. Tanto per cominciare, parte degli stessi organizzatori della raccolta firme da cui è scaturita la convocazione dell'istruttoria bocciano la convocazione: sbagliati tempi e modi, così come il Comune intende gestire la cosa, meglio boicottare l'appuntamento. 

Staremo a vedere. Nel frattempo però in città c'è chi ha colto l'occasione dell'istruttoria pubblica non per lamentarsi - già questa una novità - ma per proporre la sua idea concreta: una serie di interventi per incentivare l'uso della bicicletta come mezzo di mobilità quotidiana.
Parliamo qui di «CicloOstile Rovereto». Un gruppo di circa 350 persone, delle quali una 50ina i cosiddetti «attivisti», coordinati attraverso l'omonima pagina Facebook ed in gran parte eredi del movimento «Massa Critica» della prima decade dei 2000. Contattati dall'Adige i responsabili, tutti roveretani, chiedono di mantenere l'anonimato: «Non contano i nostri nomi, ma quello che sosteniamo. Non cerchiamo visibilità, ma una città più vivibile e sicura». 

L'approccio è radicale. E molto ben centrato su Rovereto. Una città non amica delle bici, «almeno non quanto Trento, Bolzano, Pesaro o Firenze. E che soffre di due ordini di problemi. Il primo di carattere culturale. Il roveretano si lamenta, spesso a prescindere. E risponde a proposte, idee e progetti con argomentazioni di carattere esperenziale personale. Per esempio: se una strada viene chiusa al traffico, non ci saranno statistiche, esempi concreti anche vicini o proiezioni di lungo periodo che faranno cambiare idea al negoziante ostile alle ztl perché magari tre anni prima per un cantiere stradale ha subito una perdita: da quel momento per lui tutto ciò che guarda ad una limitazione delle auto è negativo. L'altro problema è di carattere infrastrutturale: ci sono poche ciclabili e quelle che ci sono sono frammentate, isolate, non collegate e insicure».
«Rovereto è una città dominata dal traffico generato dai suoi stessi cittadini, per l'uso irresponsabile ed indiscriminato dell'automobile. Noi ciclisti siamo esclusi dalla strada, un tempo luogo di conoscenza, aggregazione, relazione, gioco, vita, ora troppo pericolosa; una città non vive solo nelle sue amministrazioni o nella sua "fruibilità", bensì vive nei propri spazi pubblici, nelle relazioni tra i cittadini». 

Da qui le proposte in vista dell'istruttoria.

Progammazione. Stesura di un «biciplan», in collaborazione con le circoscrizioni e con gli organi di rappresentanza dei ciclisti cittadini; auspicabile sarebbe la nomina della figura di «bike manager», già presente a Roma ed a Ferrara, che funga da ponte tra l'identità ciclistica cittadina con l'amministrazione. 

Reti ciclabili. Potenziamento e razionalizzazione delle reti ciclabili, interconnettendole coi percorsi provinciali, tra di loro e con i punti focali della città (scuole, banche, strutture commerciali, uffici postali, ospedale), integrati con il Tpl e volti ad interconnettere in maniera diretta i rioni. Creazione di ciclabili sicure, isolate e lineari, che favoriscano lo scorrimento e l'efficienza delle bici in città, senza gli attuali giri machiavellici volti a non impattare sul traffico veicolare; la formula migliore consta nella disposizione di assi viari ciclabili principali di attraversamento della città poi interconnessi posizionando gli incroci tra le tratte nei principali punti cittadini. 

«Ciclopolitana». Creazione di un sistema ciclabile con indicazioni chiare, segnaletica e percorsi ben segnalati e disposti; con indicazioni turistiche che convoglino i ciclo-turisti all'interno della città invece di lasciarsli «scivolare» verso il Garda. 

Sicurezza. Distinzione dei percorsi ciclabili dai percorsi pedonali. Posizionamento di illuminazione per i percorsi ciclabili, alcuni dei quali ora completamente bui nelle ore notturne, magari con luci led ai lati delle corsie. Creazione di percorsi sicuri ed assistiti per il tragitto casa-scuola (pedibus e ciclobus). Estensione delle zone 30 all'interno dei «quadri» creati dai percorsi ciclabili nelle zone residenziali e rionali. Nonché rendere effettivo il divieto, con chicane ed ostacoli «ad hoc» per impossibilitare le auto ad andare oltre i 30 all'ora. I cartelli da soli non bastano. Revisione degli attraversamenti pedonali e ciclo-pedonali, creando «golfi» che riducano la larghezza della strada in corrispondenza dell'attraversamento 

Infrastrutture. Parcheggi per le biciclette nei punti focali della città, con stalli atti a legare il telaio della bici, e non rastrelliere che sono destinate solo ad aumentare furti e danneggiamenti ai danni dei velocipedi. Realizzazione di parcheggi per biciclette recintati e videosorvegliati come già presenti a Trento in zone chiave e di interscambio della città (stazione dei treni, ospedale, Follone, ecc.) per ridurre furti e danneggiamenti. 

Trasporto pubblico. Potenziamento del trasporto pubblico, con l'istituzione di tratte cittadine che colleghino i rioni con la zona industriale e tra di loro. 

Viabilità. Restituzione ai cittadini degli spazi dedicati alle auto, riduzione dei parcheggi a lato strada delle vie più vissute della città (corso Bettini, corso Rosmini, ecc.). 

Ztl. Estensione della Ztl alle vie recentemente riqualificate per preservarne bellezza e integrità del fondo stradale.
Informazione. Campagne di informazione sulle opportunità offerte in merito alla mobilità sostenibile.

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