Rovereto, il Tar demolisce il Natale dei Popoli

di Matthias Pfaender

In un colpo solo il Tar di Trento fa piazza pulita del sistema comunale di assegnazione di contributi ad associazioni, enti e consorzi. Dal migliaio di euro all'associazione giovanile di quartiere per la festa estiva alle erogazioni da centinaia di migliaia di euro per le grandi manifestazioni tipo Oriente Occidente, Notte Verde, festival vari: per ora, sono tutti bloccati. E non si sa quando i cordoni della borsa di Palazzo Pretorio potranno tornare ad allentarsi, né quanti eventi nel frattempo salteranno per aria, come peraltro ha già fatto la Notte Verde. Anche il prossimo Natale è a rischio. E proprio dal Natale che tutta questa vicenda è partita.  

Il Tribunale amministrativo di Trento era chiamato ieri a pronunciarsi sul ricorso che l'Agcm (il garante per la concorrenza ed il mercato) aveva avanzato - pungolato da una segnalazione di Agostino Carollo - contro la delibera del Comune dello scorso 31 ottobre 2017 che erogava al Consorzio Rovereto InCentro 192mila euro per la realizzazione del «Natale dei Popoli 2017» e contro il regolamento del Comune - datato aprile 1995 - in tema di contributi. Il Tar ha dato ragione all'Agcm. In parole povere: il Comune di Rovereto avrebbe dovuto indire una gara pubblica per assegnare il Natale al miglior offerente o, quantomeno, aggiornare il proprio regolamento di assegnazione dei contributi che all'articolo 6 (l'unico che il Tar ha annullato) non prevede la «fissazione di criteri per l'assegnazione dei contributi al miglior offerente». La tesi contrapposta del Comune di Rovereto, che ha ricordato come non c'era nessun «miglior offerente» da scegliere visto che solo il Consorzio InCentro si era proposto di organizzare il Natale dei Popoli («brand» del quale è poi unico legale proprietario) non è stata ritenuta dai giudici sufficiente a compensare il presunto deficit di trasparenza.  

Quindi via tutto: annullata la delibera che dava i 192mila euro al Consorzio - che peraltro per lo stesso evento ha ricevuto anche 100mila euro dalla Provincia, questi mai messi in discussione - e via anche il regolamento «non in linea» con le moderne direttrici di trasparenza. Non ha giocato a favore del Comune neanche il fatto che tra i 116 consorziati ci sia pure il Comune stesso, che quindi da un certo punto di vista si sarebbe «autoerogato» dei soldi. 

Le conseguenze della sentenza 136 del Tar sono molteplici e gravi. Sul breve periodo, oltre allo stallo totale a tempo indeterminato dell'erogazione di qualsiasi contributo - cosa che si traduce con il blocco totale delle attività di moltissime forme di aggregazione cittadina che, essendo senza fini di lucro, non hanno risorse proprie - getta nel caos i conti del Consorzio, che comunque il Natale 2017 l'ha organizzato ed ora si trova con i fornitori da pagare. Dei 192mila euro per ora da Palazzo Pretorio ne sono arrivati solo 100mila. Ma sul lungo periodo lo scenario è ancor più pesante. Perché o l'amministrazione inizia a lavorare a spron battuto per portare in Consiglio un nuovo regolamento di erogazione dei contributi che rispetti le normative nazionali, o accetta di indire una gara pubblica per l'erogazione di ogni singolo contributo, anche per cento euro per la gara di bocce rionale. Entrambe le strade richiedono tempo. Tempo che, per esempio, sul fronte del Natale non c'è. 

La paura dalle parti del Consorzio e non solo è adesso che possa di fatto saltare il Natale del 2018. O che quantomeno la prossima edizione, dopo la già sensibile flessione del 2017, sia destinata a vedere diminuire ancora di più i visitatori, quantomeno quelli da fuori Trentino. Perché nel campo del turismo una stagione deve essere preparata, e soprattutto venduta, con almeno sei mesi di anticipo. In pratica, i tour operator nazionali ed internazionali contano di aver in mano i pacchetti completi per le feste di Natale entro fine giugno. Il Consorzio per ora - che ieri si è trincerato dietro il «no comment» del proprio presidente, seguendo l'esempio del Comune che ha rifiutato di commentare la sentenza - ha in mano poco o nulla sul piano del programma. 

E la prospettiva, allargando lo sguardo, ora mette a rischio anche la città di Trento, che ha un regolamento del tutto analogo - e quindi irregolare - a quello di Rovereto.
Per il Comune, un solo aspetto positivo: la compensazione integrale delle spese legali.

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