«Moroso» per 9 cent Deve pagare 1,5 euro

La storia del signor Alberto, dopo 60 anni di bollette pagate

di Enrico De Rosa

Nella bolletta che si è visto recapitare il signor Alberto, 85 anni, ospite presso una casa di riposo roveretana si chiede, con tanto di scadenza al 31 maggio 2018, il pagamento di 9 centesimi. Residuo da versare per un’utenza già chiusa. Quanto sarà costato l’invio della lettera? Sarà stato proprio necessario esigere il pagamento di una cifra irrisoria, in un fatturato come quello della Dolomiti Energia che supera il miliardo di euro e con un utile superiore ai 35 milioni? E che ne è dell’afflato «etico», dell’impegno nel curare i rapporti con il cliente, che caratterizzerebbe un’impresa modello? Per non dire dello spreco di carta e di energia per recapitare la richiesta di pagamento per un importo buono soltanto per ricamarci su una barzelletta.

Il signor Alberto, che dopo aver pagato in modo puntuale per quasi 60 anni le bollette è costretto, per motivi di salute, a lasciare la sua abitazione. Gli acciacchi dell’età si fanno sentire e continuare a vivere in modo autonomo è diventato un motivo di preoccupazione per i parenti. Dopo un periodo di ricovero in clinica, l’ottantacinquenne Alberto decide di trasferirsi in una casa per anziani. Svolge, perciò, tutte le formalità di rito e disdice i contratti di luce e gas, salda il dovuto e pensa di aver chiuso la pratica. Ma ecco qualche mese dopo arrivare la sorpresa: l’azienda Dolomiti non ritiene saldato il conguaglio spettante ed esige, con sprezzo del ridicolo, l’esborso di 9 centesimi. Forse un altro cittadino, più scaltro del signor Alberto, farebbe spallucce a una simile «ingiunzione» e cestinerebbe la lettera. Ma non è così per Alberto, un signore all’antica, come si dice, che non ha gradito, e ancor meno lo hanno apprezzato i suoi parenti, la beffa di dover pagare un euro e cinquanta allo sportello postale per saldare una bolletta di qualche centesimo.

 

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