Chiusa per frana da 4 anni: oltre 400 firme per la strada

Quattro anni fa una grossa frana si è staccata all’altezza di San Colombano rendendo irraggiungibili dalla Ss 46 della Vallarsa le piccole frazioni di San Nicolò, Fontanelle e Ca’ Bianca. Quel tratto di strada è sul territorio comunale di Rovereto ma le conseguenze della chiusura ricadono direttamente sui residenti dei paesini che, a livello amministrativo, ricadono sotto Terragnolo anche se per arrivarci si deve passare da Trambileno. Ma la strada che costeggia la destra orografica del torrente Leno è pure meta, in estate, di tantissimi roveretani che raggiungono i laghetti per godersi il fresco.

Da quasi un lustro, però, come detto quella via per il relax estivo o semplicemente per andare a casa propria non è percorribile. E questo nonostante lo stanziamento di 608.355 euro da parte della Comunità della Vallagarina e dei Comuni interessati per mettere in sicurezza la parete rocciosa e restituire l’arteria alla circolazione.

Fino ad oggi, gli abitanti e i gitanti della domenica si sono limitati a mugugnare tra sé e sé ma la pazienza ha decisamente un limite. Tant’è che sono state raccolte 400 firme per stimolare la politica a rimboccarsi le maniche. A sottoscrivere la petizione - che chiede l’immediato avvio dei lavori - sono stati praticamente tutti gli abitanti di San Nicolò, Fontanelle e Ca’ Bianca ma anche cittadini di Rovereto, Ala, Mori e Bolzano tra gli altri. L’interesse, insomma, è vivo.

«In quelle frazioni ci abita della gente e, tra l’altro, sono molte le persone di Rovereto, soprattutto anziane, che visto l’andamento pianeggiante della strada, la percorrono in bicicletta o a piedi. E poi viene usata per la manutenzione e la gestione degli impianti idroelettrici presenti in quella zona e anche dalle moltissime persone che in particolare nei mesi estivi frequentano per svago le rive del Leno. Risulta pertanto necessario ripristinarne al più presto la transitabilità». Di qui il malloppo di 40 fogli firmati da semplici cittadini e indirizzati al sindaco della città della Quercia Francesco Valduga, di Terragnolo Lorenzo Galletti, all’assessore provinciale Tiziano Mellarini, al presidente della Comunità della Vallagarina Stefano Bisoffi.

Un piccolo passo in avanti, in verità, è stato mosso. Palazzo Pretorio ha infatti accantonato 52 mila euro per pagare il gruppo misto di progettazione definitiva ed esecutiva delle opere di consolidamento, su tutte alcuni tratti di galleria artificiale antifrana. L’intervento, però, si preannuncia lungo visto che, tra elaborati, perizie e atti finali, dell’appalto prima e dell’inizio lavori dopo se ne riparlerà forse il prossimo anno. Tantopiù che è stato coinvolto anche il Museo Civico affinché studi le problematiche geologico-geotecniche. Nello specifico si tratta di effettuare analisi multispettrali con stazioni fisse e l’impiego di un drone. Di queste operazioni si occuperà l’impresa Georocce snc di Ala. Quando i tecnici daranno il via libera, si tratterà di redarre il progetto vero e proprio e quindi predisporre il bando di gara. Tempi, insomma, che si preannunciano lunghi visto che la burocrazia non ha fretta. I residenti e i turisti, dal canto loro, sono disposti ad aspettare ancora a patto che la soluzione sia quella definitiva. Di qui il fiato sul collo alle varie amministrazioni coinvolte delegato a 400 firme.

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