Rovereto: lasciano i bambini in auto, assolti

D'accordo, è successo a tutti. Si deve andar a prendere il pane, questione di un minuto. Ma ci sono i bambini in auto. E lo sanno tutti. Se i fanno scendere, la faccenda si allunga parecchio: devono slegarsi e smontare dall'auto e appena entrano in negozio, vedono le cose sugli scaffali, chiedono di avere le caramelle, se è il giorno sbagliato magari piazzano pure un capriccio. E poi devono risalire in auto. Se sono in due magari litigano per chi sta a destra e chi sta a sinistra, per motivi che solo loro sono in grado di comprendere ma che nel loro menage è di fondamentale importanza. Insomma, per prendere il pane non servono due minuti, serve un quarto d'ora, bene che vada. In una giornata in cui sembra che siano contati i secondi, non i minuti. E quindi ecco che si fa.

Si lasciano i bambini in macchina, magari in divieto davanti alla porta del panificio, così si può buttare un occhio in strada mentre si ordinano quattro panini e un litro di latte. Si entra, e in un blitz degno delle migliori teste di cuoio si compra quel che serve e si torna in macchina. Non si dovrebbe, non si deve. Ma si fa. Solo che un conto è il pane - e quei due minuti - un conto è fare spese più lunghe. Perché in quel caso il rischio di incorrere in problemi òegali c'è tutto. Ne sa qualche cosa una famiglia residente nel basso Trentino: ieri sono finiti a processo per abbandono di minore. Se la sono cavata con un buffetto sulla guancia: assolti per la tenuità del fatto. Ma insomma, hanno rischiato di macchiarsi la fedina penale. Perché lasciare i figli da soli in macchina non si può. Non quando si va a fare la spesa al supermercato, dove nemmeno Superman riesce ad uscire in pochi minuti. 

La vicenda risale al 2016. Protagonista della storia una famiglia come tante: mamma, papà e due figli, di 8 e 2 anni. Serviva fare la spesa, sono andati al supermercato. Ma forse per fare più in fretta, hanno lasciato i bambini in auto. 
Ad accorgersene, le forze dell'ordine. Perché nello stesso parcheggio c'era un terzo bambino, in un'altra macchina, che stava piangendo. Vedendolo solo, alcuni passanti hanno allertato le forze dell'ordine, che sono arrivate subito. Quello, di caso, non ha destato il loro interesse: la mamma era già arrivata, nessun pericolo reale. È stato allora però che, voltando la testa, hanno notato l'altra auto. Lì di bambini ce n'erano due, senza custodia. E benché non piangessero, ma fossero del tutto tranquilli, la polizia una verifica l'ha fatta. Si è messa davanti all'auto ed ha atteso. I genitori sono arrivati - secondo l'accusa - venti minuti più tardi. Da qui la denuncia per abbandono di minore e, ieri davanti al Gup Monica Izzo, il processo con rito abbreviato. 

I due si sono difesi dicendo che da dentro il negozio potevano vedere l'auto e che quindi i fili non sono mai stati davvero senza custodia. 
La giudice ha valutato il caso, e si è messa una mano sul cuore: l'assoluzione è arrivata per tenuità del fatto. La lezione ai due genitori, probabilmente, pure. 

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